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Ancelotti: “Presto vinceremo, in squadra non voglio soldati. Napoli insultata anche quando non c’entra”

Ancelotti: “Presto vinceremo, in squadra non voglio soldati. Napoli insultata anche quando non c’entra”

Ancelotti: "Il calcio è un lavoro di squadra. Razzismo? Ho chiesto l'interruzione non la sospensione"

Redazione

Il tecnico del Napoli, Carlo Ancelotti, ha tenuto, presso l'Aula Conferenze dell'Università Luigi Vanvitelli di Napoli, una lezione dal titolo "La gestione del gruppo e delle risorse umane in un top club dagli anni Novanta ad oggi". Ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926:

GIOCATORI -"Se non vengono all’allenamento perché hanno fatto tardi li ammazzo. Non controllo la vita privata dei calciatori ma ci sono regole da rispettare, oggi i giocatori sono molto professionali. Meglio un giorno di vacanza che uno di allenamento fatto male".

PROGETTO VINCENTE -"Non ci vuole molto, il Napoli lo ha già perché in 12 anni è salito dalla C alla A. Quanto tempo ci vuole per vincere? Impossibile dirlo perché la vittoria legata a piccoli dettagli. Qui un gruppo vincente, abbiamo investito bene e c’è l’intenzione di investire ancora".

RAZZISMO - "Sono una persona che fa l'allenatore ed ho avuto la fortuna di andare all'estero. Lì è stato debellato, soprattutto in Inghilterra. Nel calcio in Italia purtroppo gli ignoranti e maleducati continuano ad andare allo stadio, dovrebbero fare un corso di educazione civica. Stamattina sentivo un'intervista del Presidente della Lega e sta facendo dei progressi per snellire la legge. Abbiamo chiesto che quando c'è un insulto razziale o territoriale si fermi temporaneamente una partita. Non serve Einstein per capire che si può fare. Non ho mai chiesto di sospendere la partita perché lo so che poi dopo devono uscire sessantamila persone e potrebbero esserci problemi. La norma Uefa non è stata applicata a Milano".

PRIME DONNE -"Cristiano Ronaldo è prima donna per i media, ma nello spogliatoio è come gli altri. Esiste un luogo sacro che è lo spogliatoio dove tutti sono uguali. Ci sono giocatori un po' più egoisti, quindi l'allenatore deve essere bravo a saper spiegare loro che serve anche l'altruismo. Il talento non si allena, se uno è scarso non può diventare bravissimo. Venti anni fa il talento bastava per farti spiccare, adesso invece se non è supportato dalla brillantezza fisica non risalta. Posso portare l'esempio di Ronaldo, Ibra, Beckham. Noi al nostro tempo non eravamo professionali per niente. Tant'è vero che mi ritrovo a sessant'anni con l'artrosi alle ginocchia, mal di schiena... Poi dicono che lo sport fa bene (ride, ndr)".

GESTIONE -"Il momento difficile non è ancora arrivato qui a Napoli, spero non arrivi ma arriverà. È sempre successo ed il presidente mi chiama dicendo che il mio modo di comportarmi con i calciatori è troppo morbido. Io non riesco ad usare la frusta, quando ci provo non sono credibile. Ho formato questo tipo di carattere, non ho avuto gente che mi ha frustato. La credibilità diventa molto importante nella trasmissione dell'idea che i calciatori devono portare sul campo, più il rapporto è diretto e più viene meglio. Io dico sempre ai calciatori che non sono un generale e loro non sono soldati, non impartisco ordini. Come si gestisce un calciatore che vuole andare via? Si manda via, semplice".

CALCIO -"Il calcio non è tanto complicato, il calcio è abbastanza semplice. É complicata la gestione del gruppo. Ogni persona ha il proprio carattere e le proprie motivazioni. È un lavoro di squadra, ma con molte individualità. Nella gestione di un gruppo l'altruismo è molto importante. Una statistica fatta in America diceva che il 90% dei ragazzi tra i 15 ed i 21 anni sono molto stressati e la cura consigliata è quella di pensare agli altri".