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Ancelotti: “Al Napoli auguro tutto il bene possibile. Critiche? La verità non interessa a nessuno”

 (Photo by SSC NAPOLI via Getty Images)

Carlo Ancelotti, tecnico dell'Everton ed ex Napoli, ha rilasciato un'intervista ai microfoni del Corriere dello Sport

Domenico D'Ausilio

Carlo Ancelotti, tecnico dell'Everton ed ex Napoli, ha rilasciato un'intervista ai microfoni del Corriere dello Sport, soffermandosi su varie tematiche.

Ancelotti sulla Champions League

 NAPLES, ITALY - DECEMBER 10: Jose Callejon of SSC Napoli greets Carlo Ancelotti SSC Napoli coach during the UEFA Champions League group E match between SSC Napoli and KRC Genk at Stadio San Paolo on December 10, 2019 in Naples, Italy. (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Della Champions Carlo è lo specialista indiscusso: ne ha vinte cinque e una sola volta ha lasciato la finale agli altri. "Oltretutto quella giocata meglio, la più bella. Le altre, tutte più equilibrate. A Istanbul eravamo stati superiori al Liverpool, avremmo potuto chiudere il primo tempo 4 o 5 a 0, e non con tre gol di scarto come è avvenuto. Poi è andata come è andata. Quando siamo arrivati ai rigori sapevo già che avremmo perso. E pensare che avevo la miglior batteria di rigoristi possibile, Pirlo, Sheva, Kakà, Tomasson, Serginho, a differenza di due anni prima quando fui costretto a presentare tre difensori su cinque. Kaladze e Nesta oltre a Serginho".

Cosa serve realmente per vincere la Champions? "Incoscienza, fortuna e coraggio. Nel 2003 passammo i quarti battendo l’Ajax all’ultimo secondo e ci furono i due pari con l’Inter, 0-0 e 1-1. Come disse Joseph Conrad, “It is the mark of an inexperienced man not to believe in luck”, è il marchio dell’inesperto non credere nella fortuna".

Sulla Juventus in Europa

Per la Juve la Champions è diventata un’ossessione: può realmente condizionarla? "Un’ossessione, ma anche una fortissima motivazione. Le due cose viaggiano insieme. La Champions viene vissuta dal club come un notevolissimo investimento non solo emotivo. Io penso che quando si raggiunge una finale si sia già fatto il massimo, il resto è nelle mani di Dio".

Se passerà il turno col Lione si ritroverà, come gli altri sette, alle prese con una formula anomala. E potrebbe essere un vantaggio, visto che la Juve le finali le perde spesso nei quindici giorni che precedono l’evento. "Sì, l’imprevedibilità della “final eight” può rivelarsi un vantaggio. Decisione in partita unica, tante finali, non una soltanto".  

Chi può favorire oltre alla Juve? "I club più motivati, quelli che chiedono alla coppa la sublimazione di una stagione o di un percorso. Il PSG che non ha mai raggiunto nemmeno una semifinale, il City. Anche se i francesi non sono troppo contenti di aver pescato l’Atalanta".

Sul Napoli

Da quando hai lasciato Napoli hai incassato critiche e battutine senza reagire. "Sono un grande incassatore. Al Napoli auguro tutto il bene possibile. La verità ha molte facce e non interessa a nessuno, non oggi".