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Ametrano: “Di Lorenzo uno dei terzini più forti del campionato”

ITALY: Juventus player Raffaele Ametrano before a training session on 1996 in Italy. (Photo by Juventus FC - Archive/Juventus FC via Getty Images)

SuperNews ha intervistato Raffaele Ametrano, ex calciatore, tra le altre, di Juventus, Napoli, Udinese, Empoli e Salernitana. Cresciuto nel settore giovanile della squadra partenopea, ha esordito tra i professionisti con la maglia dell’Ischia...

Giovanni Montuori

SuperNews ha intervistato Raffaele Ametrano, ex calciatore, tra le altre, di Juventus, Napoli, Udinese, Empoli e Salernitana. Cresciuto nel settore giovanile della squadra partenopea, ha esordito tra i professionisti con la maglia dell’Ischia nella stagione 1992/93. In carriera, ha vinto una Coppa Intercontinentale, tra le fila della Vecchia Signora, e un Campionato europeo Under-21. Ametrano ha ripercorso le tappe più importanti della sua carriera, con uno sguardo rivolto all’attuale situazione calcistica e in particolare al Napoli di cui ha elogiato Di Lorenzo. Di seguito le sue dichiarazioni.

Ametrano elogia Di Lorenzo

 (Photo by SSC NAPOLI/SSC NAPOLI via Getty Images)

Cresciuto nel settore giovanile del Napoli, con i partenopei sei stato protagonista soltanto nella stagione 2001/02, in serie cadetta. Che ricordi hai dell’esperienza in maglia azzurra e quali emozioni ha provato a giocare in uno stadio importante come il Diego Armando Maradona?

“Ho vissuto l’infanzia e l’adolescenza nel settore giovanile del Napoli. Sono arrivato bambino e me ne sono andato da ragazzo maturo, crescendo calcisticamente a Ischia e nelle successive avventure. Poi, sono tornato in maglia azzurra nel 2001. Serie A o Serie B non fa alcuna differenza, il Napoli non ha categoria. C’è sempre tanta pressione e calore da parte dei tifosi e della piazza. È stato un campionato sfortunato. Avevamo un’ottima squadra, ma i problemi societari hanno pesato molto. Abbiamo perso terreno rispetto alle altre squadre, poi abbiamo cercato di recuperare e siamo anche arrivati ad un passo dalla Serie A. Ancora oggi c’è grande rammarico per quell’anno perché, con una situazione più stabile, poteva finire diversamente”.

Come valuti la stagione del Napoli? Secondo te, Gattuso ha possibilità di essere riconfermato in caso di qualificazione in Champions League? 

“Penso che Gattuso abbia buone chances di essere riconfermato. Quando ha avuto tutta la rosa a disposizione ha sempre fatto bene e il Napoli è diventata la squadra da battere. Il girone di ritorno è stato impressionate, la squadra è in ottima forma: vincono e fanno gol con estrema facilità. Il lavoro fatto, a mio parere, è eccellente. La mancata conferma di Gattuso potrebbe essere ricollegata soltanto ad aspetti che esulano dal profilo tecnico. Penso che lui sia un valore aggiunto, un grande motivatore che ha assicurato organizzazione e bel gioco. Mi dispiacerebbe non vederlo sulla panchina del Napoli anche la prossima stagione”.

Hai giocato nel Napoli e sa quanto è difficile essere “profeti in patria”. Qual è il tuo parere sulla stagione di Lorenzo Insigne, anche alla luce delle critiche subite in passato?

“È sempre difficile per un campano tifoso del Napoli giocare nel Napoli. Ad Insigne non gli si perdonava niente e questo mi è sempre dispiaciuto molto. Credo che adesso sia maturato sotto tutti i punti di vista e anche le pressioni sono diminuite. Ora è un vero e proprio leader della squadra partenopea e spero possa esserlo a lungo. È migliorato tanto anche sotto il profilo realizzativo, si tratta di una diretta conseguenza del processo di crescita. Di Lorenzo? Già ad Empoli ha dimostrato il proprio valore e anche a Napoli si sta confermando ad alti livelli. Credo sia uno dei terzini più forti del campionato. Ha le caratteristiche per potersi ritagliare uno spazio importante anche in Nazionale. Mi auguro possa togliersi belle soddisfazioni”.

L’Udinese ha rappresentato il tuo trampolino di lancio, la squadra con la quale hai esordito in Serie A. Che ricordi hai dell’esperienza friulana, in particolare sotto la guida di mister Alberto Zaccheroni? 

“Ho sempre detto che all’Udinese devo tutto. Hanno avuto il coraggio di prendermi dall’Ischia in Serie C e da lì è partita la mia carriera. Mi hanno fatto esordire prima in Serie B e poi in Serie A e in quel periodo ho giocato anche in Nazionale. È stata un’esperienza meravigliosa. Mi hanno dato una grande opportunità ed io ho sempre cercato di ripagare sul campo la fiducia riposta in me. Con Zaccheroni ho avuto un ottimo rapporto, mi ha insegnato tanto ed è grazie a lui che sono migliorato”.

L’Udinese sotto la gestione Gotti ha raggiunto una salvezza tranquilla. Ritiene che l’allenatore veneto possa restare alla guida dei bianconeri anche nella prossima stagione?

“Gotti ha dimostrato di poter guidare l’Udinese e credo l’abbia fatto nel migliore dei modi finora. Ovviamente, tutto dipenderà dalle decisioni della società e da quelle che sono le prospettive per la prossima stagione. Il suo compito l’ha svolto egregiamente. L’Udinese è una società che programma, da più di trent’anni è in Serie A e per una squadra di provincia non è assolutamente scontato. Si tratta di una società sana, con uno stadio bellissimo e non fanno mai il passo più lungo della gamba. Per il momento la dimensione dell’Udinese è quella di una salvezza tranquilla, anche se spero che nei prossimi anni possa giocare per obiettivi diversi come accadeva in passato”.

Con la Juventus una parentesi breve ma intensa. Eri in panchina nella vittoriosa finale della Coppa Intercontinentale a Tokyo, hai giocato e ti sei allenato al fianco di grandi campioni, cosa vuol dire indossare la maglia bianconera?

“La Juve è il top. Quando giochi con quella maglia sai che hai a disposizione soltanto un risultato. Lotti sempre per vincere tutto il possibile. Per me è stata un’esperienza breve, ma sicuramente ricca di emozioni e soddisfazioni. Lì ho capito cosa vuol dire essere un campione e giocare a certi livelli. E’ stata una grande gioia far parte di quel gruppo. La notte di Tokyo è indelebile nei miei ricordi. Si tratta di partite che non giochi tutti i giorni, una finale speciale. Abbiamo vinto ed è stato il coronamento di un percorso partito da lontano con la vittoria dello Scudetto e della Champions League”.

Immaginavi che la Juventus avrebbe incontrato così tante difficoltà nella stagione in corso? A tuo parere riusciranno i bianconeri a qualificarsi per la Champions League?

“Non mi aspettavo che la squadra incontrasse così tante difficoltà quest’anno e che a due giornate dalla fine addirittura rischiasse di non qualificarsi per la prossima Champions League. Le avversarie sono cresciute, l’Atalanta è una realtà, il Napoli è in gran forma e le milanesi hanno un altro passo. I bianconeri hanno perso clamorosamente uno scontro diretto in casa contro il Milan e questo peserà molto sulla classifica finale. Penso che la Juve rischi seriamente di restare fuori dalla corsa Champions, guardando anche al calendario di chi è ancora in lotta. Se Pirlo non dovesse centrare la qualificazione credo che la Juve potrebbe virare su altri nomi. E anche Ronaldo potrebbe pensare di lasciare Torino: non lo vedo a fare partite in Europa League. È stata un’annata negativa, ma non dobbiamo dimenticare che i bianconeri sono reduci da nove scudetti consecutivi, varie coppe nazionali e due finali di Champions recenti. Ci può stare un campionato un po’ balordo dopo tanti anni. Devono ripartire da calciatori come Dybala, Chiesa e Kulusevski, da quelli più giovani e di talento. Loro hanno il compito di rifondare la Juventus”.

In Serie A sei stato protagonista con le maglie di Empoli e Salernitana. Entrambe le squadre quest’anno sono tornate in massima serie. I toscani hanno dominato dall’inizio alla fine, i granata invece hanno rappresentato la sorpresa del campionato. Ti chiedo un commento su queste due promozioni.

“Sono felicissimo perché ho giocato in queste due squadre in Serie A. Con l’Empoli di mister Spalletti fu un’annata straordinaria, perché ci salvammo meritatamente, giocando un gran calcio. A Salerno facemmo un finale di stagione incredibile, ma alla fine fu una grande delusione. Meritavamo sicuramente di salvarci. Andai via con rammarico, in particolare a causa della tragedia relativa alla morte dei tifosi granata di ritorno dalla trasferta di Piacenza. Ad entrambe le squadre faccio i miei complimenti per il campionato disputato quest’anno e mi auguro possano salvarsi nella prossima stagione. La Serie A non è la Serie B, tutto dipenderà anche dagli investimenti che verranno fatti. L’Empoli è una società ben strutturata. La Salernitana dovrà necessariamente migliorare la propria rosa. La differenza può farla il ritorno del pubblico allo stadio. L’Arechi sarebbe una bolgia e ciò potrebbe fare la differenza”.