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L’amarezza dell’80enne Altafini: “Ho la pensione sociale, 700 euro”

Napoli centravanti

José Altafini racconta l’amaro addio a Sky: “Mi facevano la guerra, adesso per vivere faccio il testimonial di campi in erba sintetica” . Sempre brillante e in grande forma alla vigilia dei suoi 80 anni, José...

Redazione

José Altafini racconta l'amaro addio a Sky: "Mi facevano la guerra, adesso per vivere faccio il testimonial di campi in erba sintetica" .

Sempre brillante e in grande forma alla vigilia dei suoi 80 anni, José Altafini racconta con un po' di amarezza al 'Corriere della Sera' cosa fa dopo il sofferto addio alle telecronache di Sky: "Campi in erba sintetica, l’azienda non è mia, magari. Io aiuto, trovo clienti, faccio, promuovo. Sono testimonial. L’erba sintetica è il futuro, altro che il fango dove giocavo io",

"È una bella cosa e mi serve anche - spiega l'attaccante l'italo-brasiliano campione del mondo nel 1858 - Devo lavorare, bisogna sempre lavorare a questo mondo, chi si ferma è perduto. La dorata pensione del campione? Io non ho la pensione da calciatore, non sono riuscito a farla. Ho versato solo tre anni di contributi. Quando ero andato a chiedere il riscatto mi avevano chiesto 70 milioni di lire di arretrati e ho detto ciao amici. Ho la pensione sociale: 700 euro al mese. Diciamo che sono tornato un po’ alle origini. Ma le scarpe ce le ho ancora, eh".

Insomma vietato associare automaticamente l'immagine di un giocatore da copertina come Altafini a conti in banca milionari: "Quando un uomo vive senza mai pensare ai soldi, i soldi non li fa. E io ho vissuto così. Non ho mai cercato il denaro. Volevo solo divertirmi, in campo e fuori, senza tanti calcoli. Ho molti difetti ma non sono tirchio e nemmeno invidioso dei miliardari. Tra l’altro, non riesco a chiederli i soldi, non l’ho mai fatto. Anche adesso, faccio fatica a dire quanto voglio di cachet per partecipare a un evento. E così ho un cachet bassissimo. Diciamo che devo lavorare per vivere ma sono contento".

Ma l'amarezza maggiore sta nelle parole che raccontano la fine del rapporto con Sky: "Sono arrivati dei personaggi che mi facevano la guerra per prendere il mio posto e io ho detto tanti saluti, amici. In Italia a volte viene premiata la raccomandazione e non la competenza. Mettono i giovani che urlano senza fantasia. Quando li sento abbasso il volume. Io ho inventato il manuale del calcio, il golasso..".

L'Altafini più genuino è nei racconti della vita fuori dal campo: "È stata una vita bellissima, tutto quello che sognavo mi è capitato. Ho sposato la donna che amavo e fatto il lavoro che desideravo. E non stavo tanto lì a guardare orari e diete come fanno adesso. Io ingrassavo ma mi divertivo, soprattutto al Napoli quando lo allenava Pesaola. Con lui in campo sientrava e si usciva ridendo. 'E non rientrare prima delle tre di notte', diceva. Non mi sono mai piaciuti quelli che ti stanno col fiato sul collo. Tipo Conte adesso, io scapperei..". Goal.