Carlo Alvino, giornalista di Tv Luna, ha rilasciato alcune dichiarazioni a TMW inerenti all'intervista di Aurelio De Laurentiis alla radio ufficiale.
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Alvino: “Parole di De Laurentiis non destabilizzanti. Ecco perchè”
Il collega napoletano ha commentato, sulle frequenze di TMW, le parole al veleno di Aurelio De Laurentiis alla radio ufficiale
LE PAROLE DI ALVINO
Non crede che dichiarazioni di questa portata, in questo momento della stagione, possano in qualche modo turbare squadra e ambiente?
"Io conosco la realtà napoletana, secondo me l'ambiente Napoli ha bisogno ogni tanto di queste uscite. La storia ci racconta che dopo certe uscite l'atteggiamento di risposta è sempre stato quello giusto. Insomma non prevedo rivoluzioni o turbamenti particolari, anche perché questo è De Laurentiis, un presidente che ama fare uscite teatrali di questo tipo".
Non turberanno neppure Mertens, Callejon e Insigne?
"Sono qua da tanto, anche loro conoscono bene De Laurentiis e proprio per questo faranno delle analisi ad ampio raggio in merito".
Il passaggio su Insigne però è sembrato particolarmente piccato...
"Ha voluto dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Da una parte lo ha invitato a scrollarsi di dosso la pressione e a fregarsene delle critiche. Dall'altra ha fatto appello al senso di responsabilità del giocatore: la maglia e la fascia da capitano del Napoli pesano e De Laurentiis vuole che Insigne sia uomo".
Il rapporto fra i due però ha vissuto momenti migliori, in passato.
"E' sempre stato un rapporto particolare: il presidente apprezza Insigne dal punto di vista calcistico, lo ritiene un grande giocatore. Ma lo vorrebbe anche spigoloso dal punto di vista umano. Ma ripeto: credo che queste esternazioni possano avere solo ripercussioni positive, su Insigne e su tutti gli altri".
Chiusura con Ancelotti: se lo immagina manager all'inglese, magari con una permanenza decennale in azzurro?
"Di certo ha il phisique du role, ce lo vedrei molto bene in una veste del genere perché ha le caratteristiche giuste per un ambiente passionale come quello napoletano. Sa fare il pompiere quando serve, ma pure rialzare il morale quando l'entusiasmo cala. Detto questo dubito che possa avverarsi questa idea perché non credo che Ancelotti voglia legarsi così tanto ad una piazza. Nel suo futuro immagino una Nazionale, magari una di quelle ancora inesplorate che possa mettere sul piatto un ingaggio extralarge"
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