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Abete (ex pres. FIGC): “Superlega segnale di debolezza di club in difficoltà economica”

FLORENCE, ITALY - APRIL 09:  Antonio Matarrese (L) and Giancarlo Abete pose for a photo during talian Football Federation Hall Of Fame on April 9, 2018 in Florence, Italy.  (Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Giancarlo Abete, ex presidente della Figc (tra le altre cose), è intervenuto in diretta in Marte Sport Live della sera (ogni giorno 19.30-21) su Radio Marte per parlare del caso-Superlega: “La creazione di questa Lega purtroppo non mi...

Giovanni Ibello

Giancarlo Abete, ex presidente della Figc (tra le altre cose), è intervenuto in diretta in Marte Sport Live della sera (ogni giorno 19.30-21) su Radio Marte per parlare del caso-Superlega: "La creazione di questa Lega purtroppo non mi sorprende ed è un'accelerazione delle dinamiche economiche legate al calcio.

Abete (ex pres. FIGC) sulla Superlega

Si spiegano anche in questo modo il blocco in Lega calcio rispetto al discorso dei fondi per i diritti tv. In ogni caso, per quanto giustamente l'Uefa e le Federazioni considerano quella dei 12 club firmatari una presa di posizione forte e arrogante, per me è da interpretare come invece un segnale di debolezza, trasferendo la complessità e la difficoltà dei propri bilanci economico-finanziari. Neanche il lancio del nuovo format della Champions a 36 squadre ha evidentemente colmato queste loro lacune, non risolvendo i problemi dei loro conti. La questione per me è un'altra: invece di aumentare i ricavi, le società in difficoltà economica dovrebbero contenere i costi, anche sulla scorta della crisi mondiale amplificata dalla pandemia".

Abete a Radio Marte dice la sua anche sul rischio di giocare Mondiali e gli Europei senza i giocatori dei 12 club firmatari. "Non so e non credo che si arrivi a questo. Mi spiego: c'è stata, giustamente, una reazione importante e compatta sia da parte delle istituzioni calcistiche che da parte dei governi dei paesi interessati. Tuttavia lo scontro non farebbe bene a nessuno. Questa situazione va governata, va aperto un dialogo dopo questo botta e risposta durissimo. Non è interesse di nessuno arrivare a uno scontro frontale: giocare un Mondiale o un Europeo senza i protagonisti significherebbe fare un torto al movimento calcio, ne perderebbero le stesse istituzioni che ora provano a difendere la loro giusta posizione. Inoltre, secondo il mio parere, senza club tipo Bayern, Psg e Borussia Dortmund, ovvero senza due dei cinque paesi calcistici più importanti in Europa, il potere contrattuale è debole.