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Serie A, scissione dalla FIGC? Grassani: “Ecco i vantaggi e come potrebbe avvenire”

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Il noto legale esperto di diritto sportivo commenta la possibile decisione della Lega Serie A
Giovanni Montuori

L'avvocato Mattia Grassani, esperto di diritto sportivo, ha commentato ai microfoni della Gazzetta dello Sport il possibile percorso di separazione della Lega Serie A dalla Figc paventata dal presidente Casini.

Serie A, scissione dalla FIGC? Parla l'avvocato Grassani

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Come potrebbe la Serie A lasciare la Figc?

"La separazione può avvenire o attraverso un accordo con la Federazione oppure attraverso una scissione unilaterale, che passi da una delibera di un’autorità politica (Ministero dello Sport), legislativa, del Coni o da un provvedimento giurisdizionale simile a quello visto in ambito europeo per la Superlega".


La Premier League è davvero un modello utile?

"La Premier League è il modello per eccellenza, in quanto autonoma rispetto alla FA (la Football Association, la federazione inglese) e legata a questa soltanto da un contratto di servizi. Parliamo di una società per azioni: ogni club partecipante detiene un’azione del valore simbolico di una sterlina, che i club retrocessi trasferiscono automaticamente ai club promossi dalla Championship. La FA detiene una “special share”, mentre la Football League, la Lega che organizza Championship, League One e League Two ne ha un’altra e un diritto di veto sulle decisioni su materie d’interesse comune".

Che cosa potrebbe portare alla Serie A quest’autonomia? 

"Con un accordo con la Figc, la Serie A potrebbe dotarsi di un sistema di autoregolamentazione, anche all’accesso nella Lega, di arbitri propri e di organi di controllo che sostituirebbero la Covisoc: alla Figc competerebbero solo compiti amministrativi, di gestione dei rapporti tra Leghe, con gli organi sovraordinati come Fifa e Uefa e relativi alle competizioni delle nazionali. La possibilità di darsi da soli delle regole a quel punto potrebbe incidere sull’individuazione del numero delle squadre, delle retrocessioni, sul format, ma anche su extracomunitari, liste tesserati, criteri di rilascio delle licenze e la gestione dei ricavi come i diritti tv".

Difficile pensare oggi a un accordo. In quel caso chi decide? 

"Occorrerebbe un provvedimento del Coni o, piuttosto, un intervento normativo, di modifica del Decreto legislativo 242/1999 e delle altre leggi in materia di sport, che riconoscano alla Lega Serie A status analogo a una Federazione Sportiva nazionale e, dunque, un legame diretto con il Coni che bypasserebbe la Federazione. Andrebbe però in questo caso coordinato il nuovo status con la necessità per i club di continuare a far parte di organismi sovranazionali quali Uefa e Fifa. In alternativa resta la strada del contenzioso, che deriverebbe dalla creazione di un ente autonomo, a livello interno, che si occuperebbe di organizzare eventi sportivi, chiaramente in violazione dell’art. 16, comma 2, lettera a) delle Noif sulla 'decadenza delle società professionistiche dall’affiliazione alla Figc se partecipano a competizioni organizzate da associazioni private non riconosciute da Fifa, Uefa e Figc'. Contenzioso che si svilupperebbe sul canovaccio di quanto recentemente sancito dalla Corte di Giustizia nel caso Superlega".

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