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Sconcerti: “Le società vogliono giocare per spartirsi i soldi di gente e tv”

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Mario Sconcerti, giornalista, ha parlato ai microfoni di Tuttomercatoweb Radio della possibilità di un ritorno al calcio giocato. Di seguito le sue dichiarazioni. Sconcerti: “Le società vogliono giocare per spartirsi i soldi di gente e...

Mattia Di Gennaro

Mario Sconcerti, giornalista, ha parlato ai microfoni di Tuttomercatoweb Radio della possibilità di un ritorno al calcio giocato. Di seguito le sue dichiarazioni.

Sconcerti: "Le società vogliono giocare per spartirsi i soldi di gente e tv"

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Sul ritorno in campo: "Tutto va sempre contestualizzato, tutto è relativo: in questo momento il calcio conta meno, abbiamo altre preoccupazioni e lutti da smaltire. La nazione deve prendersi un momento di rilassamento e convalescenza dalla malattia, dai 25mila morti che ha portato, non è il momento per giocare a calcio. Dopo aver fatto le cose necessarie, e quando il calcio smetterà di essere prepotente, pensando di comprarsi pianeti appositi per giocare, chiudersi in bolle per cui prende alberghi interi e la loro manodopera, la passione tornerà. Il calcio è un'altra religione, e non c'è bisogno di credere in qualcosa di vero, ma solamente di credere. Non è il momento né di giudicare né di giocare".

Sul vertice di domani con Spadafora: "Credo, anche in base alle varie dichiarazioni e alla decrescita della malattia, è ipotizzabile una ripresa, anche se non subito al 4 maggio. Prima va verificata anche la correttezza di questo piano di sterilizzazione inventato dal calcio, e se tutti se lo potranno permettere. Mi sembra un forte atto di arroganza: è come se affittassimo un'isola per l'estate per non avere la paura di essere contagiati. Non perdonerò mai al calcio l'abbandono dei sentimenti".

Sul mondo del calcio: "Sono sempre più sorpreso dal comportamento delle televisioni e della gente. Le tv pagano davvero con i soldi previsti uno spettacolo ormai difettoso e contraffatto, ampiamente usato? Neanche atleticamente e dal punto di vista dello spettacolo sarà lo stesso. Sarebbe come comprare per nuova una macchina usata: mi devi fare lo sconto. L'ho chiesto in tutte le salse a Sky e DAZN, ma nessuno mi ha mai risposto. Le società peraltro hanno già incassato i loro soldi, quindi non so come li restituirebbero. La gente, poi, è interessata davvero a questo tipo di calcio? Giocare ogni tre giorni con squadre che neanche sono attrezzate per farlo. Per i soldi si fa tutto, ma è un problema loro, non nostro. Io non credo al fallimento delle società, e che sia un problema di vita o di morte. Hanno bisogno di questi soldi per continuare a spartirseli".