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Ranieri: “Occhio alla Roma per lo scudetto. E la Conference non è una coppetta!”

ranieri sampdoria fiorentina
Le parole del noto allenatore

Giovanni Montuori

Claudio Ranieri, noto allenatore, ha parlato alla Gazzetta dello Sport soffermandosi sulla Roma e sulla crescita del club dopo la vittoria della Conference.

Ranieri sulla Roma e sulla vittoria della Conference

roma napoli

Le parole di Ranieri:

"È una Serie A bellissima, ma se si ricorda io lo avevo già pronosticato. Vedere sei squadre appaiate al vertice, e poi Inter, Juventus e Fiorentina subito dietro, dà adrenalina a una stagione che già di per sé si preannuncia avvincente. Sarà come l’ultima gara di Formula Uno della scorsa stagione tra Hamilton e Verstappen: sosta e si ricomincia. E vediamo chi vince allo sprint".

Messa così sarà tutto bellissimo.

«Esatto. Adesso ci saranno tante partite ravvicinate e poi la sosta per il Mondiale. Sono componenti diverse che renderanno unico questo campionato, un po’ come quello che successe nella stagione del Covid, che alla fine forse penalizzò la Lazio, che era lanciata prima dello stop. In pratica, dopo il Qatar, bisognerà fare due preparazioni: una per quelli che sono andati al Mondiale e l’altra per quelli che sono rimasti in sede. L’allenatori e il suo staff avranno un ruolo fondamentale in tutto questo. Sarà tutto nuovo, perché manifestazioni del genere si sono giocate sempre d’estate e chi vi partecipava sapeva che poi sarebbe andato in vacanza. Invece stavolta si ricomincia. Anzi, si entra proprio nella fase più calda della stagione, e anche chi avesse vinto o fatto bene non può permettersi di staccare la spina, come accadeva in passato».

In questo senso la Roma può essere avvantaggiata, visto che – purtroppo per la Nazionale – nel gruppo di José Mourinho ci sono tanti azzurri che non andranno in Qatar, così come Celik, Matic e probabilmente anche Smalling, Ibanez e Karsdorp.

"Certo. José potrà tenere i suoi vicino, senza neppure il rischio che corrano infortuni. Per un allenatore è senz’altro una cosa positiva, anche se mi lasci dire, da italiano, che la Nazionale che non partecipi al Mondiale è senz’altro una cosa triste".

D’altronde la crisi del nostro calcio lo si capisce anche dalla caccia ai parametri zero, con cui Roma e Juventus hanno costruito il loro mercato.

«E hanno fatto bene. Ci sono dei conti da far quadrare e non si possono correre dei rischi. E poi c’è da dire che giallorossi e bianconeri hanno fatto un gran mercato. Pensi a Pinto che, spendendo solo 7 milioni per Celik, ha portato a casa tanti campioni. Peccato per l’infortunio di Wijnaldum, ma è arrivato Camara, senza contare Belotti, tipico giocatore che può piacere ai tifosi».

Per quale motivo?

"Perché corre, pressa, lotta su ogni pallone. È ciò che la gente vuole dai propri beniamini. Sta anche in questo la bellezza del calcio, oltre che nell’incertezza del risultato".

A questo proposito, pensi a quante squadre ora al vertice lei ha allenato: Inter, Juventus, Napoli, Fiorentina e Roma.

"Altri tempi e, soprattutto, proprietà diverse. Ma conosco questi ambienti e la passione dei sostenitori. Occhio però anche alla Lazio, che è partita bene come l’Atalanta, che si sta rifondando in fretta, così come il Torino. Ovviamente, col passare delle giornate la classifica si sgranerà, ma la lotta per lo scudetto è aperta a tanti".

Anche alla sua Roma?

"Come no. I Friedkin mi piacciono perché lavorano bene e in silenzio. Non sottovalutate però la sfida col Monza. Non dia retta alla classifica, perché stanno costruendo una bella squadra. Mi ricorda il mio primo Chelsea. Con Abramovich costruimmo la squadra a campionato in corso e per assestarci ci volle un po’, ma alla fine arrivammo secondi in campionato dietro l’Arsenal e in semifinale europea. Fatte le debite proporzioni il club di Berlusconi può risalire. E hanno fatto bene a confermare Stroppa".

Il fascino dell’Europa, comunque, resta forte. Basti pensare alla festa giallorossa per la vittoria in Conference League.

"Quel successo ha dato autostima al gruppo e si vede. E non creda a chi dice che sia una coppetta".

D’altronde Mourinho se l’è anche tatuata. A proposito, se lei vincesse una coppa europea, cederebbe all’idea di farlo?

"No, ormai sono troppo vecchio. Ma sarebbe in ogni caso tatuata sul cuore".