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Pistocchi attacca: “La stampa italiana è appecorata a chi mette i soldi nel calcio”

Giovanni Montuori

Il noto giornalista ha scagliato una serie di duri attacchi

A Radio Punto Nuovo nel corso di Punto Nuovo Sport Show è intervenuto Maurizio Pistocchi, giornalista, che ha duramente attaccato il sistema di informazione sportivo italiano. Di seguito le sue parole.

Il duro attacco di Pistocchi al calcio italiano

"Il calcio italiano è rimasto quello che Giulio Nesti, Presidente del CONI negli anni sessanta, definì dei ricchi scemi. Il calcio italiano ha esaurito per incapacità tutti i bonus che gli sono stati assegnati, negli anni 90 eravamo il campionato più importante del mondo. Un movimento riferimento a livello mondiale. Tutti gli allenatori bravi presero dal Milan di Sacchi. Oggi, andrebbe preso riferimento il Napoli di De Laurentiis. Viene gestito con la curatela del buon padre di famiglia, come è detto nel codice civile. Oggi, in tanti altri casi, è molto difficile invertire una tendenza degli ultimi 30 anni che ci ha impoverito. Vediamo l'imperatore nudo. La vittoria dell'Italia ai campionati Europei deve essere la spinta a migliorare la tendenza. Partendo dall'informazione, appecorata a chi comanda e chi mette i soldi. Siamo un paese in grande difficoltà, la pandemia ha fatto strage di parecchie categorie. Il calcio non può più essere lasciato in mano a dilettanti e/o ad approfittatori.

C'è bisogno che il Governo prenda atto del fatto che il fenomeno calcio, che vede milioni di persone coinvolte, deve essere gestito diversamente. La Juventus ha fatto 4 minuti di capitali negli ultimi 10 anni, l'ultimo varato è da 400 milioni. Così come anche la situazione finanziaria dell'Inter bruttissima. Atalanta e Napoli sono in primis le virtuose. Quando hai un miliardo e 400 milioni di euro di entrate e 3 miliardi di debiti, sei in uno stato prefallimentare, qualsiasi azienda avrebbe già portato i libri in tribunale.

Ronaldo? Ha segnato più di 100 gol alla Juve, il suo l'ha fatto. Oggi sono tutti scesi dal carro e tutti critici nei confronti di CR7. Cristiano non si è mai integrato, non ha mai imparato l'italiano, ha sempre vissuto per sé. Cristiano ha capito che nell'idea di calcio di Allegri era un peso e non un vantaggio. Questo non lo poteva accettare. Resta un grandissimo calciatore, ma con dei limiti e condizionamenti. Vuole partire esterno e con una punta che gli crei spazi. La Juve farà miglior calcio e migliori risultati senza CR7. La vera domanda, dopo aver visto la Juve ad Udine è: il calcio di Allegri è progredito o no? È rimasto difesa e contropiede?".