serie a

Caso Juve, il Gip: “Plusvalenze possibile buona fede, manovre stipendi illecite”

Giovanni Montuori

Il Gip del Tribunale di Torino, Ludovico Morello, ha scritto sul caso Ju

Emergono nuovi dettagli sulle indagini del caso Juve e sulle indagini intorno alla questione stipendi e plusvalenze. Il Gip ha dato alcuni aggiornamenti sulla situazione.

Caso Juve, il Gip sulle plusvalenze e sugli stipendi

—  

La notizia riportata dalla Gazzetta dello Sport: "Secondo quanto scritto dal Gip del Tribunale di Torino, Ludovico Morello, stando agli atti disponibili in quel momento, se la Juventus si è davvero attenuta alla prassi standard "risulterebbe difficile ipotizzare un discostamento consapevole, e quindi in definitiva doloso, dai corretti criteri di contabilizzazione delle poste". Come scrive Morello, si è reso necessario "un accurato approfondimento" perché la società potrebbe aver agito in buona fede.

Uno degli elementi che hanno convinto il Gip a non accogliere le misure cautelari e interdittive per Andrea Agnelli e gli altri dirigenti della Juventus è una frase del direttore sportivo bianconero, Federico Cherubini, in una intercettazione ambientale raccolta dalla Guardia di finanza il 22 luglio 2022, subito dopo gli accertamenti della Consob ("per fortuna alla luce delle recenti visite ci siamo fermati"), da quel momento non sono stati ravvisati pericoli di reiterazione del reato. Nel provvedimento, il giudice osserva che c’è "riscontro oggettivo" alle parole del dirigente della Juve: perché "se negli esercizi chiusi al 30 giugno 2019 e al 30 giugno 2020 la voce 'plusvalenze da cessione diritti calciatori' era pari rispettivamente a 126 milioni (corrispondenti al 20,4% dei ricavi complessivi del club nell'esercizio 2019) e 166 milioni (29,1% nel 2020) per l'esercizio chiuso al 30 giugno 2021 era pari solo a 29 milioni (pari al 6,4% dei ricavi".

Le modalità con cui sono state portate avanti dalla Juventus le cosiddette `manovre stipendi´ del 2020 e del 2021 si possono considerare "certamente illecite", al punto che "si condivide con la pubblica accusa la sussistenza di gravi indizi". È quanto scrive il gip Ludovico Morello. Il giudice ha però respinto le richieste di misura cautelare presentate dalla procura per mancanza di rischio di reiterazione del reato: le `manovre´ erano legate all'emergenza covid e quindi a un "periodo storico non più attuale".