Inzaghi: “Finale di stagione imprevedibile. Vorrei battere il record di Deschamps”

Filippo Inzaghi sulle colonne de La Gazzetta dello Sport ha rilasciato una lunga e intensa intervista. Le sue parole sono parole di speranza verso un calcio che si mostrerà nuovo e verso la promozione di una squadra, il suo Benevento, che ha dominato la Serie B fino a marzo, e che probabilmente continuerà a farlo anche alla ripresa dei giochi. Inzaghi vorrebbe battere ogni record, come quello del Torino riguardante le vittorie in trasferta o quello della Juve nel 2006-07 (il Napoli arrivò secondo, ndr), con a capo dei bianconeri Didier Deschamps. Insomma, la trepidazione e l'attesa di questa riapertura dei campionati nazionali si intensifica ancor di più quando a parlare è il lato emotivo dei protagonisti.

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Le parole di Inzaghi

“La prima partita sarà a Cremona e spero di riuscire a fermarmi per rivedere i miei genitori. Ero molto preoccupato. I genitori, la nonna. Ho fatto qualche iniziativa per l’ospedale, vedevo le immagini. Al Sud abbiamo vissuto il problema in maniera diversa, speriamo ci serva da lezione.

Della promozione in Serie A ne parliamo sempre, ma sono scaramantico. Siamo vicini, ma aspetto ancora una prova di forza dalla squadra. Sul mercato sappiamo come intervenire, io e Vigorito abbiamo fatto un'ottima programmazione. In questi mesi ho motivato la squadra via chat o al telefono, con il direttore e lo staff. Mi fido molto dei giocatori, sono molto professionali ed ero sicuro lo sarebbero stati in questo periodo così difficile. Vogliamo festeggiare il prima possibile, ci mancano otto punti e vogliamo battere tanti record come quello delle vittorie di fila in trasferta. Mi piacerebbe battere il record della Juvenus di Deschamps, sarebbe una grande cosa.

Sul finale di campionato possiamo aspettarci di tutto, ci sono tante incognite per tutti, i valori cambieranno. Di sicuro i giocatori hanno tanta voglia, i 5 cambi daranno più freschezza alle squadre. E dietro di noi sarà una bella lotta, sono curioso. Ma l’importante è tornare in campo, perché è un messaggio di speranza”.

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