Sullo scudetto perso in volata col Napoli:"Il Napoli, che ha vinto lo Scudetto, ha giocato solo in campionato. Si è riposato, si è preparato per la partita ogni settimana. Noi dall'anno scorso abbiamo accumulato partite, stanchezza, infortuni e quindi giocatori indisponibili nei momenti importanti. Si è fatto sentire davvero. Ma con ogni stagione si impara".
Sulla finale contro il Psg: "Sapevamo che sarebbe stato difficile perché il PSG è molto forte, ma in quella partita non siamo stati bravi. Hanno meritato con una prestazione molto bella. Ero un po' infortunato, mi ero stirato a Barcellona. Per sei giorni prima del ritorno, ho fatto due sedute di fisioterapia al giorno, lavorando in palestra. Il giorno prima, era ancora molto dolorante, ma ho messo una fasciatura e sono andato. Ho parlato con i medici per prepararmi al meglio per la finale, nelle condizioni che ritenevo possibili. Ho lavorato duro, molto duro, ma il muscolo non riusciva a recuperare completamente. Onestamente, ero guarito, pronto a giocare. Ma mi sentivo diverso, non al 100%".
Sull'addio di Simone Inzaghi:"Il suo futuro non ha influito sul finale di stagione negativo, ognuno può fare le scelte che preferisce. Il mister ci ha comunicato di aver ricevuto un'offerta e che se ne sarebbe andato, ma eravamo tutti concentrati sugli obiettivi. È sempre stato professionale, era la nostra testa pensante".
Sul confronto con Calhanoglu:"Avevo visto cose che non mi erano piaciute, ma le mie affermazioni non erano rivolte in modo specifico ad Hakan. Ne abbiamo discusso con squadra, allenatore e dirigenza. È stato un malinteso poi chiarito. Ora c'è l'inizio di un nuovo ciclo, ci farà bene ripartire con nuovi obiettivi e punti di forza".
Uno dei prossimi obiettivi, appunto, potrebbe essere il Pallone d'Oro dopo il deludente settimo posto dell'edizione 2024: "Mi aspettavo di finire più in alto in classifica dopo la stagione fatta tra Serie A e Copa America, ma rispetto i giudici. Non so se Messi aveva ragione nel dire che me lo sarei meritato più di Rodri, ma per me i premi individuali sono importanti perché se arrivano vuol dire che si è fatto bene col collettivo che viene sempre prima del singolo. Essere tra i 30 candidati è già una ricompensa, ma sogno di vincere il Pallone d'Oro. A volte penso di essere sottovalutato, ma a 28 anni sono molto contento della carriera che sto avendo perché sono sempre progredito. Aspiro ad essere più riconosciuto, sicuramente sono tra i primi cinque attaccanti più forti del mondo per quello che ho fatto negli ultimi anni. Sarà comunque difficile fare meglio del settimo posto al Pallone d'Oro 2025"
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