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L’ex arbitro Iannone: “La classe arbitrale ha un problema specifico”

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"Questi giovani arbitri che pagano la divisione tra Can A e B, la quale ha rallentato il processo di crescita"

Giuseppe Canetti

Antonio Iannone è intervenuto ai microfoni di Teleclub Italia per parlare delle principali vicende del mondo arbitrale in Serie A. L'ex fischietto si è soffermato in maniera particolare sugli episodi dubbi di Sassuolo-Napoli. Poi è giunto alla conclusione che il problema principale in Italia è la mancanza di esperienza dei direttori di gara. Di seguito l'intervista.

Le parole di Iannone

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Sui fatti di Sassuolo-Napoli

"Sulla punizione che ha portato al 2-2 del Sassuolo è stata una valutazione dell'arbitro Pezzuto che rileva il fallo di Rrahmani e il protocollo non ha margini per intervenire. Dopo la battuta della punizione, invece, Var può intervenire perché c'è una situazione ex novo. La possibile espulsione di Berardi? Il giocatore deve sentire quel cartellino come un macigno e per gli altri deve fungere da deterrente. La protesta dei giocatori ci sta, è legittima purché sia fatta con compostezza ed educazione. Tuttavia, l'arbitro, dal primo all'ultimo fischio deve instaurare un rapporto di fiducia in campo, ma allo stesso tempo deve mantenere la sua autorevolezza nei confronti dei calciatori".

Sulla problematica della classe arbitrale italiana

"Il problema principale è la mancanza di esperienza di questi giovani arbitri che pagano la divisione tra Can A e B, la quale ha rallentato il processo di crescita che potevano fare con i big, soprattutto quando nei raduni in cui si condivide il materiale didattico e si vivisezionano gli episodi. Il designatore Rocchi è stato portato a fare una scelta di questo tipo come in Sassuolo - Napoli con un elevato coefficiente di difficoltà con gli azzurri primi in classifica e i neroverdi reduci dal successo in casa del Milan aspettandosi conferme da quanto gli era stato riferito in precedenza su questo arbitro. Ma la differenza la fa la valutazione degli episodi.

Sul VAR

"Bene il Var sull'annullamento del 3-2 anche se nel primo tempo la partita è stata governata in modo naturale, mentre negli ultimi 15-20 in cui sale l'intensità agonistica, l'arbitro esperto si fa sentire dai giocatori. Si avvertire, ma non subire prevenendo le tensioni che si stanno generando. Nei minuti finali, i risultati cambiano il 65-70% delle volte. Il direttore di gara lo deve tenere a mente considerando che gli episodi possono inficiare una prestazione precedentemente accettabile".