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Gavillucci: “Cori razzisti? Nulla è cambiato, non capisco perché non si agisce”

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Nel corso della trasmissione 'Si gonfia la rete' in onda su Radio Marte è intervenuto l'arbitro Claudio Gavillucci

Sara Ghezzi

Nel corso della trasmissione 'Si gonfia la rete' in onda su Radio Marte è intervenuto Claudio Gavillucci. L'arbitro diventato famoso per aver interrotto la partita Sampdoria-Napoli dopo che i tifosi blucerchiati si rendevano protagonisti con cori razzisti. Gavillucci dopo i fatti di Firenze che hanno coinvolto Koulibaly ha esprimere il suo pensiero.

"Cori razzisti? Nulla è cambiato, non capisco perché non si agisce", le parole di Gavillucci

gavillucci

Di seguito le sue parole a Radio Marte:

Sul suo intervento in Sampdoria-Napoli e il persistere di certi cori

"Mi è costato fermare quel Sampdoria-Napoli? Questo non lo so, non ho avuto ancora una risposta. Ho letto sui giornali e ho visto che purtroppo a tanti anni di distanza poco è cambiato, anzi se è cambiato è cambiato qualcosa in peggio. Episodi sempre più frequenti, anche a Udine è successa una cosa simile. Mi chiedo perché si deve arrivare a far decidere una società di dover prendere da sola i provvedimenti per lanciare un segnale contro certe persone, mentre invece chi dovrebbe punire non lo fa".

Sul protocollo

"A seguito di quell'interruzione soltanto in Italia venne modificato leggermente il protocollo che l'UEFA prevede, in cui l'arbitro ha il dovere di interrompere la partita momentaneamente e poi definitivamente per intervenire in situazioni del genere. Proprio perché l'arbitro ha il fischietto in bocca, fisicamente è lui che deve interrompere la gara come feci io e come dovrebbero fare i miei colleghi, portare i giocatori a centrocampo, far fare l'annuncio e qualora non finissero i cori poi l'ufficiale di gara dovrebbe sospendere. Ma l'arbitro in queste occasioni dovrebbe interrompere immediatamente e non riesco a capire perché non avviene".

Sui colleghi

"Ne ho parlato anche con i colleghi ma mi dicono che non hanno sentito. Ovviamente non si può dire il contrario. Io non so che dire. In altri Paesi si stanno ottenendo risultati, spostare i microfoni dalle curve o non parlarne in televisione non serve. Evidentemente il sistema non funziona".