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Il DNA del Napoli è da anni moderno e di tendenza, contro le speculazioni. Come il Dortmund

napoli spalletti
Che il Napoli sia una squadra identitaria c'entra poco il tifo e tanto il campo. Da Sarri in poi (2015, quasi 8 anni fa) il DNA del gioco anti-speculativo non è mai cambiato

Mattia Fele

Nel calcio, nella migliore delle ipotesi una squadra forte e rinomata non scende a compromessi con le proprie idee. Lo fa il Real Madrid, il Barcellona con la sua cantera. La nazionale spagnola come quella olandese, come il gioco a tutto campo dell'Ajax che va avanti da mezzo secolo. Lo fa anche la Juve, le cui idee però stanno rendendosi sempre di più obsolete per una modernità che invece mette il fiato sul collo alla squadra più importante e scudettata d'Italia. Il Napoli, invece, cresce a dismisura da un punto di vista del blasone da almeno 10 anni (è al secondo posto per punti conquistati in Serie A dopo la Juve nella classifica decennale), e dal punto di vista tecnico si è consolidato come idea da Sarri. Ormai quasi 8 anni fa.

A Napoli come a Dortmund.

Il DNA del Napoli è da anni moderno e di tendenza, contro le speculazioni. Come il Dortmund- immagine 2

Qualunque cosa se ne voglia dire, con Maurizio Sarri il Napoliha toccato l'apice della sua espressione calcistica. Per quanto sia stato e resterà un unicum e magari per quanto siano state oggi rivalutate le effettive forme di merito totale del tecnico in quel triennio (la verità potrebbe essere che quel Napoli aveva il miglior Koulibaly, il miglior Insigne, il miglior Mertens, il miglior Hamsik e Albiol e via dicendo), è proprio lì che la modernità del Napoli ha avuto inizio. O meglio, proprio da quello spettacolo si è scelta la strada dello spettacolo. Del calcio offensivo, della proposta in faccia ad avversari più forti, con la giovane età o meno. Così si costruisce una grande realtà, come il Dortmund di Klopp che ora continua quella scia e lo stesso Liverpool attuale (per il quale successo Klopp ha impiegato più di 5 stagioni). Il Real Madrid, ad esempio, sa vincere con un certo camaleontismo ma anche quello può essere un DNA, dato quanto sia stata regolare negli scorsi anni questa caratteristica. Il Barcellona non si sognerebbe mai di tesserare un tecnico che fa il 3-5-2 di contropiede e forse anche il Napoli sta iniziando a pensare di non farlo mai (più). Per non parlare del City, che non tornerà mai ad un calcio all'inglese come quello pre manciniano. Non che esista un calcio migliore di un altro, ma di certo esiste un calcio che va verso la direzione dell'Europa che vince e un altro che resta ancorato ad un'idea di universalismo e assolutismo che sembrano paradossali. Non esiste assolutezza nella vita, figuriamoci in un gioco fatto di atleti che migliorano con gli anni, con tecnica sempre più affinata e via dicendo. Il Napoli sta scegliendo la strada anti-speculativa del calcio che conta.