Credo che si è arrivati ad un momento in cui ci vorrebbe una distinzione netta tra la gestione organizzativa e quella tecnica. Bisogna fare delle scelte, non possiamo accettare arbitri che in serie A fanno fatica, ma ci restano. Ci vorrebbe una riforma arbitrale: se sei bravo resti e se non sei bravo vai a casa. Al Var poi, che è determinante, deve andare chi sa fare quel lavoro. Orsato ad esempio, è un ottimo arbitro con grande personalità ed ha un modo di arbitrare suo, ma se devo spostarlo all’interno dei 16 metri, anche lui viene condizionato dalle decisioni del Var. Non ho ancora capito se l’arbitro deve adeguarsi alle decisioni del Var oppure se il Var deve adeguarsi alle decisioni dell’arbitro. L’organico è troppo ampio, sarei propenso a diminuire il numero degli arbitri”.
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