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Serie A, Casini: “Ci sarà una task force per la riforma del calcio italiano”

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Le dichiarazioni del presidente Lorenzo Casini dopo l'Assemblea della Lega Serie A

Raffaele Troiano

Oggi si è svolta l'Assemblea della Lega Serie A dove i venti club si sono riuniti per discutere di alcune situazione. Principalmente si è parlato del futuro della nazionale e del calcio italiano e di come promuovere la pace visto il protrarsi del conflitto in Ucraina.

Su questi argomenti, lo stesso presidente della Lega di Serie A, Lorenzo Casini, ha tenuto una conferenza stampa.

Serie A, Casini: "Nascerà una task force per riformare il nostro calcio"

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Di seguito le dichiarazioni di Lorenzo Casini, presidente della Lega di Serie A:

"Avevamo diversi punti all'ordine del giorno, ho ringraziato l'Atalanta per il lavoro nell'identificazione di chi si era reso responsabile di cori da sanzionare. Ci impegniamo per combattere il razzismo che fa male al calcio. Le società poi si stanno attuando per il nuovo protocollo FIGC. Infine il presidente Gravina ha chiesto la costituzione di una task force che vedrà le componenti federali attivarsi per la riforma del calcio italiano e non solo sulla Nazionale. Abbiamo avviato una discussione e sono emersi alcuni punti, quali il lavoro e la proposta di riforma sul settore giovanile, sulle seconde squadre e c'è l'aspettativa che questa proposta venga perfezionata, ma per lavorare su questo verrà costituito un gruppo di lavoro permanente interno alla Lega e che andrà oltre la Nazionale".

Sui problemi del calcio italiano

"Il problema è dell'intero sistema calcio, sui giovani che arrivano con la formazione nelle prime squadre. Noi siamo disponibili comunque a mandare a novembre i calciatori per il CT Roberto Mancini, anche senza mondiale. Si è discusso per questo delle finestre FIFA da rivedere con le altre leghe per ciò che è il posizionamento nel corso della stagione, è un tema da trattare con attenzione. Stiamo poi per fare un documento che ha a che fare il funzionamento della Lega stessa. A breve inizierà il mio tour in visita delle venti società con le quali parleremo anche di sostenibilità e sanità del nostro calcio. In Parlamento sono tuttora in discussione gli slittamenti delle imposte di tutte le società sportive. La pandemia in tal senso si fa ancora molto sentire, perciò serve un sistema finanziariamente ancora più sostenibile".

Sulla guerra in Ucraina

"Imagine cantata prima di Juventus-Inter ha raggiunto il suo obiettivo. Stiamo discutendo sulla linea da tenere nelle partite trasmesse in Russia. Parlando direttamente con l'Ucraina, non è semplice capire quale potrebbe essere la scelta migliore. Hanno bloccato diverse gare, la Lega ha deciso di monitorare la situazione, per adesso si è convenuto che la trasmissione è strumentale per la pace anche attraverso le iniziative con donazioni dirette".

Sul problema più imminente da risolvere

"È emerso il tema delle seconde squadre, un problema urgente. È una priorità le cui soluzioni vanno trovate insieme. C'è una aspettativa che le proposte vengano considerate in modo adeguato. I giovani in Italia ci sono, poi però si crea il gap per impiego e utilizzo come dovrebbero essere utilizzati. I numeri sono impietosi. Poi si deve investire sui centri, sulla formazione per rendere il percorso all'altezza. Le altre leghe si sono mosse quando noi eravamo fermi, quindi ora bisogna sedersi al tavolo con la Lega Pro e consentire a un numero più ampio possibile di club di strutturarsi, anche per ciò che riguarda il calcio femminile".

Sul decreto crescita

"Ho chiesto a tutti i club di presentare una posizione. Il decreto non è nato per il calcio, questo va sottolineato. La possibilità di avere un forte beneficio per portare gli stranieri è stato certamente colto, ma se favorisce eccessivamente una contrattualizzazione degli stranieri e basta, non va bene. Servono aggiustamenti e modifiche, l'ho chiesto espressamente ai presidenti che adesso presenteranno dei correttivi. L'eliminazione totale avrebbe ovviamente un effetto negativo. Il problema non è l'uso, ma l'abuso".

Sulla task force come soluzione ai problemi di governabilità della Lega

"Ingeneroso parlare di ingovernabilità, credo bisognerebbe cambiare il modo di guardare alla Serie A. I problemi oggettivi ci sono, la Lega riproduce le cose più belle dei venti club, ma anche le contraddizioni che il paese Italia può esprimere, con le dialettiche Nord e Sud che si scontrano, i budget. Poi ci sono le proprietà straniere, ma tutti si stanno impegnando nel trovare le priorità e nel concentrarsi tutti su queste. Fondi? Possono essere utili, ma possono creare divisioni perché il modello non è chiaro".

Sulla media company della Lega

"Il bilancio dell'anno scorso proietta già la media company per il futuro, sono stati fatti investimenti a Lissone, ma è prematuro oggi fare valutazioni su questo. La Serie A deve volersi bene, chiedersi dove vuole andare, poi se la soluzione è il fondo o più fondi ben venga".

Sulla questione stadi

"È un tema sempre presente, conosciamo lo stato generale degli impianti, si parla molto di condivisione e di social e poi magari allo stadio il telefono non riesce a produrre come dovrebbe senza le giuste apparecchiature. Se tutti non capiamo che il problema è nazionale e non di una singola squadra, non si può mai risolvere. Ci sono però società virtuose, abbiamo quattro impianti di proprietà".

Sull'inserimento dei playoff in Serie A

"Può essere interessante, porta valore e chi guarda l'NBA lo sa. Non ne abbiamo ancora approfondito i dettagli".