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Casini: “Le plusvalenze non sono un male, il problema è l’abuso. Sui diritti TV…”

Domenico D'Ausilio

Le parole del presidente della Lega Serie A in conferenza

Lorenzo Casini, presidente Lega Serie A, ha rilasciato alcune dichiarazioni in conferenza commentando l'Assemblea di Lega di questo pomeriggio fra i presidenti delle squadre di A e il caso plusvalenze.

Casini sul caso plusvalenze

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Tema plusvalenze? È un tema serio, ne abbiamo parlato nei mesi scorsi, ma basta vedere anche i dati del report calcio per vedere quanto siano cresciute come peso a bilancio. Di per sé non sono un male, ci sono società che vivono in modo sano di plusvalenze. Il problema è l'abuso e va verificato con attenzione in tutti i Paesi in cui si fa mercato. C'è una decisione in corso, io ho apprezzato le parole di Abodi: è importante capire perché, aspettiamo le motivazioni e i commenti più approfonditi verranno fatti quando la vicenda sarà chiusa. Effetto negativo a cascata? È una domanda retorica. Però non la chiamerei vicenda plusvalenze, qui si parla di un abuso. Come limitare l'abuso? È un problema federale, che non riguarda soltanto la lega calcio. E non riguarda soltanto l'Italia: non esistono valori oggettivi, la FIFA sta elaborando un programma per arrivare ad avere un valore il più oggettivo possibile. Lo sappiamo tutti: vale per i calciatori come per qualsiasi altro mercato, non è semplice. Però è indubbio che non può risolverlo una componente da sola. Campionato falsato? È un'altra domanda retorica, non rispondo come detto prima".

Sui diritti TV

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"L'argomento principale che ha avuto una discussione ma non è terminata è il bando per i diritti TV del prossimo ciclo, è un lavoro istruttorio serio, documentato, presentato dall'AD. La discussione continuerà nell'assemblea dedicata di metà febbraio e poi con la pubblicazione del bando nelle prossime settimane. Tra le discussioni, vi è stata l'approvazione all'unanimità di un testo relativo all'accordo collettivo con l'assocalciatori: è una proposta, ora si continuerà a discutere con l'AIC. Per la voce riforme organizzative, ho fatto un punto con l'assemblea per dare conto del fatto che nell'assemblea del 24 febbraio porteremo delle proposte per mettere un punto su vari temi, a partire dalla media company, per poi decidere se realizzarla o meno. A livello sostanziale, le attività che svolgiamo sono già quelle di una media company".

"Ritorno del campionato in chiaro? È la prima volta che la sento. Sappiamo che alcune leghe hanno sperimentato una partita in chiaro, con risultati controversi. Non se n'è parlato oggi, al momento con un lavoro approfondito si sta offrendo un quadro di partenza per definire la strategia migliore. Se si passerà dal triennio al quinquennio? L'allungamento è già avvenuto, è già norma di legge. Ora siamo allineati ad altri Paesi ed è una freccia in più nell'arco delle possibilità quando si prepara il bando: c'è anche l'ipotesi di avere cinque anni anziché tre come nei cicli precedenti. È una risorsa da valutare. Lei si riferisce a un altro discorso, che non ha nulla di automatico ed è abbastanza indifferente: la possibilità di prorogare da tre a cinque l'accordo in corso. Però non è automatico: serve un accordo fra le parti, anche perché credo che sarebbe costituzionalmente fragile una proroga automatica dei contratti in corso".