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Calvarese: “Il maxi recupero ristabilisce la verità del campo, ma va studiato”

juventus inter
L’analisi dell’ex arbitro sulle nuove regole

Giovanni Montuori

A Radio Crc, nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete”, è intervenuto Gianpaolo  Calvarese, ex arbitro, che ha parlato delle nuove norme e del maxi recupero.

Calvarese sul maxi recupero e le nuove regole

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Le parole di Calvarese:

“Maxi recupero? Cerchiamo di capire il legislatore cosa fa quando scrive le nuove norme. Prima di tutto il maxi recupero serve per ristabilire la verità del campo e poi per ridare lo spettacolo. Non si possono vedere 42 minuti di partita, meno della metà di mezza partita e allora il tempo perso va recuperato. Ma quale recupero? Siamo abituati in Italia a recuperare i minuti facendo computo matematico di sostituzioni, infortuni ed eventuali comportamenti scorretti, ma adesso si sta andando verso un’altra direzione. Penso che questo sia l’ultimo tentativo per far capire a tutti che non si possono giocare 42 minuti se lo spettatore ne chiede almeno 70-75 e se si continua così, credo vogliano farci capire che si andranno a recuperare anche 27 minuti”.

Sul tempo effettivo

“Deve essere studiato come tutte le cose nuove, come è stato studiato il Var, ma va sperimentato perché ad esempio: i falli laterali li recuperi? Il raccattapalle a volte perde 1 secondo altre volte 16 secondi. Detto questa, sono d’accordo con l’extra recupero, ma va sperimentato. I lavoratori del calcio devono essere tutelati, ma qui andiamo su un altro problema che non vorrei toccare perché si tratta di politica. Posso dire che sono dalla parte di tutti i lavoratori che offrono un servizio a noi”.

Sul rapporto tempi di gioco-infortuni

“Se il maxi recupero può danneggiare gli atleti che potrebbero infortunarsi più frequentemente? Il calcio atleticamente è diventato qualcosa di mostruoso, si è persa un po' di tecnica e si è puntato sulla fisicità. Giocare di più certamente comporta maggior rischio di infortunio, ma credo che aumentare le sostituzioni serva proprio agli allenatori per gestire le forze degli atleti”.