serie a

AIC, Tommasi: “E’ tutto ancora in evoluzione. La Lega deve fare un fronte comune”

Maria Ferriero

Damiano Tommasi, presidente dell’AIC, ha analizzato quanto sta accadendo nel mondo del calcio

Intervenuto ai microfoni di Fanpage.it, Damiano Tommasi, presidente dell’AIC, ha analizzato quanto sta accadendo nel mondo del calcio. Il Coronavirus continua ad influenzare le ultime scelte della Lega e del calcio di tutto il mondo. Non ultima quella circa il rinvio a data da stabilire del match di Coppa Italia tra la Juventus ed il Milan.

Le parole di Tommasi

"La verità è che a breve non ci saranno più date per chiudere il campionato di Serie A e anche la Lega Pro ha rinviato diverse partite. L’emergenza, nelle zone del focolaio, fa riferimento alle partite con grande affluenza di pubblico e alla possibilità di evitarle ma dove non è possibile si dovrà giocare a porte chiuse. Stiamo cercando di capire e di informarci su quali sono le misure che sono state prese e la durata delle stesse, che potrebbero estendersi anche per la prossima settimana quantomeno nelle regioni più colpite. È tutto in evoluzione e domani c’è l’assemblea di Lega: il timore è non avere le date per chiudere il campionato perché si è sperato che in quindici giorni si risolvesse tutto.

Calciatori preoccupati? C’è voglia di informarsi un po’ di più da parte di calciatori delle zone più colpite e comunque la concezione è che non ci sia una soluzione a breve perché la coperta è corta. Far muovere persone dalle città colpite da queste misure non riguarda solo i calciatori, ma tutto l’impianto che porta con sé una squadra di calcio: noi speriamo che si possa continuare a fare tutto, ma dovessero arrivare altre direttive poi capiremo meglio. 

Incontro della Lega? Mi auguro che si faccia fronte comune e che si prenda in considerazione di giocare delle partite nelle soste e che ci si organizzi nel miglior modo possibile. Dovranno capire come e dove trovare altre date a disposizione per i recuperi e una linea da tenere nelle zone più colpite, porte chiuse o meno. L'importante è che sia unica. L’emergenza c’è e bisogna rapportarsi in maniera seria".