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Tommasi: “Bisogna pensare alla salute dei calciatori. Riprendere gli allenamenti non ha senso ed è pericoloso”

Damiano Tommasi (by Getty Images)

Tommasi, presidente dell'AIC, sul sito ufficiale ha scritto un lungo post che tocca diversi argomenti, tutti legati agli effetti del Coronavirus sullo sport.

Mattia Fele

Damiano Tommasi, ex calciatore e presidente dell'Assocalciatori, è da settimane impegnato nella battaglia contro le istituzioni mondiali del calcio, con un'idea ben precisa: dare precedenza al benessere psicofisico di tutte le parti in causa, a partire dai calciatori per finire con tifosi e addetti ai lavori. Riprendere il calcio, secondo Tommasi, in una situazione di totale incertezza a causa del continuo progresso del contagio di Coronavirus, è un gesto di grande irresponsabilità. Tommasi si riferisce anche alle società che hanno scelto di riprendere presto gli allenamenti, quando la Serie A non ricomincerà prima dei primi di maggio. Una situazione surreale: il presidente dell'Aic si è sfogato poi anche sulla situazione contratti. Ecco quanto evidenziato da calcionapoli1926.it.

Tommasi, il comunicato

"Mi auguro che presto si potrà tornare a giocare perché il calcio sarà un termometro della società: quando il pallone rotolerà di nuovo, saremo quasi fuori da questo incubo. Come hanno fatto gli inglesi, trovo più corretto dire che non si riprenderà fino a una certa data, piuttosto che indicare un giorno. Questo è il momento di vivere alla giornata anche perché il dato dei decessi è agghiacciante. In Spagna il Valencia ha il 35 per cento di contagiati e questo vuol dire che il calcio deve prestare grande attenzione a quello che fa”.

Chi pensa di avvantaggiarsi facendo allenare i suoi tesserati, non so cosa abbia in mente. [...] Allenarsi ora, due mesi prima della ripresa del campionato, però non ha senso. Ed è pure pericoloso. In Spagna ci sono decine di giocatori positivi, mentre in Italia magari non tutti hanno fatto il test e ci sono più asintomatici di quelli che si pensa. La curva dei contagi adesso non dà tregua. Pensiamo a stare in casa. Tutti, nessuno escluso. Il rinvio dell'Europeo aiuterà e magari ci permetterà di concludere i tornei nazionali”.

Sui contratti

"Prima vanno quantificati i danni e questo procedimento è possibile solo quando sapremo se la stagione finirà o no. Il problema del taglio degli stipendi va posto a tempo debito. L’AIC non può imporre ai calciatori di accettati eventuali tagli” - ha ricordato. “Possiamo dare una linea, ma sulle rinunce decidono i singoli. Noi troviamo un'intesa sull'accordo collettivo e sul minimo federale di 30.000 euro lordi all'anno che è molto usato in Lega Pro. Non capisco che tipo di accordo ci propongono anche perché, ripeto, non siamo in grado di obbligare gli associati ad accettarlo. Siamo d'accordo con la Lega dì anticipare le ferie estive e di considerare questi giorni come vacanze per ridurre le ferie a luglio. Su questo nessun problema. Sugli stipendi vedremo..."