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De Nicola: “Giuntoli diceva di essere juventino. Kvara? Distorsione allunga i tempi”

Tony Sarnataro
Tony Sarnataro Giornalista 

A Radio Napoli Centrale è intervenuto il medico sportivo ex Napoli, sui temi attuali in casa azzurra e del calcio

A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio di Umberto Chiariello, è intervenuto Alfonso De Nicola, medico sportivo ex Napoli, sui temi attuali in casa azzurra. A seguire le sue principali parole.

Le parole di De Nicola

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"L’anno del record di Sarri ho lavorato con Sinatti, è bravo, tra noi tutti c’era una grande collaborazione. Sinatti ha fatto un ottimo lavoro anche con Spalletti e, infatti, hanno vinto. Molti infortuni muscolari? Dipende sempre da troppo lavoro o poco lavoro e lo dico per esperienza personale. C’è bisogno di una costante interfaccia tra preparatore atletico e calciatore, per capire quando si può spingere e quando no. Non so che tipo di lavoro fanno adesso, però noi lavoravamo molto sulla prevenzione, con un metodo che prevedeva dei test iniziali e ognuno faceva un lavoro personalizzato. Anche noi abbiamo avuto diversi infortuni, ma di tipo traumatico, non muscolari. Tempi di recupero prolungati per Kvara? La distorsione allunga un pochino i tempi, potrebbe essere anche una lesione del legamento. Per fortuna è solo una botta che va assorbita".

Su Giuntoli

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"Ogni giocatore dovrebbe avere il proprio preparatore personale, un po’ com’era prima come ce l’aveva Koulibaly. È importante dare continuità di lavoro, quando arrivò Sinatti lui sapeva perfettamente tutto di tutti. Il problemino ci sarà sicuramente, non perché è uscito Sinatti, ma è normale, visto che l’anno scorso non ce ne sono mai stati. Francesco è molto attento all’aspetto fisico, mentale soprattutto. Avventura araba? Ti riempiono di soldi e basta. Rimpianto Napoli? È chiaro che vorresti esserci quando si vince e l’anno scorso si è vinto tanto. Con Aurelio mi sento ogni tanto. Mi ha chiamato per farmi gli auguri e ho risposto subito, con gli amici si fa così. Giuntoli? L’ha sempre detto di essere juventino. “Dentro mi sento juventino”, diceva. La Juve di una volta era molto diversa rispetto a quella di adesso, eravamo tutti rispettosi di quella Juve di Boniperti. Non mi ha sorpreso sia andato alla Juve, anche per le sue capacità".