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TOP&FLOP 30ª giornata: Inter, è Conte alla rovescia. Fabian è tornato, male il Cagliari

Mattia Fele

Top&Flop | La giornata 30 del campionato di Serie A 2020/21 si è chiusa ieri sera con il match tra Benevento e Sassuolo. Tanti ancora una volta sono stati gli spunti offerti dalle 10 gare del weekend: la redazione...

Top&Flop | La giornata 30 del campionato di Serie A 2020/21 si è chiusa ieri sera con il match tra Benevento e Sassuolo. Tanti ancora una volta sono stati gli spunti offerti dalle 10 gare del weekend: la redazione di Calcionapoli1926.it, dopo un’analisi accurata degli eventi delle gare della giornata, propone la nota rubrica a cadenza settimanale sugli eventi Top e Flop del weekend appena trascorso.

TOP&FLOP – 30ª giornata

TOP

CONTE: L'Inter ha ormai vinto lo Scudetto 2020/21. Lo ha fatto giocando in diverse maniere: di ripartenza, di dominio, di Lukaku, di lato B. Ma ha vinto tante gare (moltissimi i filotti sia nel girone di andata che in questo qui, di ritorno). Non può essere un caso che la vittoria sia arrivata proprio con Antonio, l'uomo giusto nel momento giusto per i nerazzurri. E così, differentemente dalle avversarie - prima su tutte il Napoli - a Milano hanno colto l'attimo ed hanno approfittato del vuoto di potere che attraversa questa nuova anomala Serie A. Per chi non ama Conte il prurito sarà bello forte: da settembre il tecnico potrà fare come Giulio Cesare che venne-vide-vinse, parlando ad ogni microfono del mondo dicendo di aver sconfessato il dominio decennale (solo?) della Juventus, auto-celebrandosi un po' di più. Ma vanno abbassate le mani e il capo: è forte.

FABIAN RUIZ: Grazie alla presenza di Diego Demme, il centrocampista spagnolo del Napoli sembra rinato. Questo, unitamente ad una situazione fisico-atletica molto migliorata, ha consentito a Fabian di segnare un bellissimo gol contro la Sampdoria domenica alle 15:25: strepitoso scambio con Osimhen e passaggio filtrante di Zielinski chiuso da un collo pieno all'angolino a sinistra di Emil Audero. 1-0 per il Napoli e 3 punti in tasca (grazie anche al VAR e ad Osimhen). Ma Fabian è una delizia per gli occhi: danza, si gira, si butta alle spalle dei centrocampisti avversari. La sua lentezza è solo una maschera. Se lasciato libero da compiti che non fanno per lui, si tratta di un giocatore a tratti geniale e che può molto migliorare con l'esperienza (specie in certe letture di sviluppo del gioco).

BELOTTI: Insieme a Rodrigo De Paul, l'italiano ex Palermo è in cima alla lista dei giocatori che "non si capisce perché giochino ancora in una squadra che lotta per la retrocessione". Anche in una stagione così l'eroe del Toro è sempre il Gallo, che con un suo goal importantissimo ha sbancato Udine e portato il Torino a respirare meglio. La situazione in zona bassa della classifica è sempre più ardente, ma è difficile che Parma e Crotone possano riprendersi, e il Cagliari si sta facendo sempre più risucchiare dall'assurdo vortice. L'anno prossimo potrebbe essere quello giusto per il salto di qualità, ma in realtà lo si dice da troppi anni. Molto dipenderà da Euro 2021.

FLOP

CAGLIARI: Questo non può essere il Cagliari. Lo ripetiamo a gran voce: i rossoblu hanno in campo Nandez, Nainggolan, Simeone, Joao Pedro, Cragno, Klavan, Godin. E mi fermo solo perché non sono patito delle enumerazioni. Prima con Di Francesco, poi con Semplici, questa squadra non sembra saper risalire la china. Forse, mi viene da pensare, il motivo di questa difficoltà sta proprio nella qualità di cui sopra, costituita di giocatori che non sono abituati a questo tipo di lotta, e che in queste circostanze si deprimono. La classica qualità d'elite che non si presta ai gironi infernali della classifica bassissima. Non c'è barlume di cambiamento, l'encefalogramma è piatto se non in discesa fatale. Se questa è una squadra...

PJACA: Da anni ci aspettiamo cose - ma perché, poi? - da questo calciatore e ciò che restituisce è troppo poco. Contro la Juventus è clamoroso l'errore (presunzione?) davanti alla porta, perché è un errore da 2-2 contro la sua ex squadra a Torino. E anche quando Pjaca avrebbe potuto dimostrare il suo valore segnando all'ex - dimostrando realmente che gli infortuni non sono tutto ciò che verrà ricordato della sua carriera - ha fallito. Il croato è uno di quelli che verrà tenuto negli almanacchi come quella grande promessa mai esplosa. Una stella a metà, una sigaretta senza caffè. Ma forse l'errore è a monte: Marko, scusaci (noi comunicatori sbagliamo spesso, specie su questo). Forse sei semplicemente meno forte di quanto si è creduto.

A cura di Mattia Fele 

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