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TOP&FLOP 8ª giornata: Roma inarrestabile, Berardi in stato di grazia. Fiorentina, che disastro!

Roma Fonseca (Getty Images)

Anche questa settimana ci ritroviamo il lunedì in occasione della nuova rubrica di Calcionapoli1926.it, dedicata ai protagonisti Top&Flop di ogni giornata della Serie A. CLICCA QUI PER RESTARE SEMPRE AGGIORNATO SUL NAPOLI Top&Flop...

Mattia Fele

Anche questa settimana ci ritroviamo il lunedì in occasione della nuova rubrica di Calcionapoli1926.it, dedicata ai protagonisti Top&Flop di ogni giornata della Serie A.

Top&Flop 8ª giornata di Serie A

Roma Fonseca (Getty Images)

TOP

1. PAULO FONSECA

L'allenatore portoghese ha finalmente raggiunto l'obiettivo tanto agognato: fornire di un'identità ben precisa la sua squadra. Detto, fatto. I giallorossi sono un rullo compressore, con una facilità di gioco in avanti devastante e tanta qualità individuale negli interpreti. Mhkitaryan va in rete a grappoli, Pedro lega il gioco, Spinazzola e Karsdrop sulle fasce bruciano il terreno sotto ai piedi. E la mente va subito a quello Shakthar Donetsk da lui gestito (quasi) tutto brasiliano che ha fatto divertire mezza Europa per anni. Con pazienza, con fiducia e con lavoro (e si direbbe anche in sordina, che è un aspetto che in Italia conta parecchio) i risultati arrivano abbondanti. Nell'attesa che i media se ne accorgano, la Roma vola. Ed il tecnico ad ogni gara cambia musica senza che manchino gli applausi. Più che Fonseca, Fonzie.

2. BERARDI

Domenico Berardi è un giocatore diabolico. Da anni costringe chi lo guarda ad attendere il suo passo ultimo, il salto di qualità, l'ingresso nell'èlite dei calciatori che hanno una prospettiva internazionale. Per qualche partita si mostra in tutta la sua bellezza tecnica, in qualche altra ciondola, ogni tanto si fa espellere per abbassare le aspettative. Si direbbe bipolarismo, ma forse è tutta una tattica per non spostare l'attenzione su di sé, per non bruciarsi tutto d'un fiato. Mentre indaghiamo sulla sua psiche complessa, è dato di fatto che in queste ultime tre gare (Nazionale compresa) Berardi abbia fatto un bel po' di rumore. I goal sotto la guida di Mancini ne sono un esempio, ma non è da meno la sassata sotto la traversa al Bentegodi di ieri pomeriggio, come non male è la sua leadership tecnica in una squadra che diverte e si diverte come il Sassuolo, secondo da solo in classifica. Berardinho.

3. WILFRIED SINGO 

Il Torino di Giampaolo (oggi assente per Covid-19) ha perso in rimonta una gara dominata a Milano per 63' di gioco. Come in occasione della sconfitta in casa con la Lazio (3-4 con rimonta da 3-2 al 93' e al 96'), i granata hanno improvvisamente spento la luce di gambe e testa e hanno sbandato fino a schiantarsi contro la qualità superiore di Lukaku & co. Certo, gli episodi non hanno aiutato (d'uopo una purificazione in qualche monastero antico di Lourdes, Francia), ma ha fatto specie la differenza tra primo e secondo tempo. Nel buio, una costante: Wilfried Singo. L'esterno destro, buoni piedi, buona progressione e buona tecnica, ha letteralmente dominato tutto il suo lato del campo. Non ce n'era per nessuno: a tenerlo buono ci ha provato Bastoni, ci ha provato Young ma il giocatore (esplosivo, "granata") li sorpassava con un'eleganza straordinaria. E quasi giocava da solo dopo il crollo immotivato degli altri 10. Un caso unico. SINGOLARE.

FLOP

 LISBON, PORTUGAL - AUGUST 11: Gian Piero Gasperini, Manager of Atalanta looks on during the Atalanta walk around ahead of the UEFA Champions League Quarter Final match between Atalanta and PSG at Estadio do Sport Lisboa e Benfica on August 11, 2020 in Lisbon, Portugal. (Photo by David Ramos/Getty Images)

1. GASPERINI 

L'Atalanta del sempre fiero Gian Piero Gasperini sbatte contro uno Spezia illuminato, che gioca con una linea altissima in quel di Cesena e riparte con una certa qualità. Niente da fare per i nerazzurri di Bergamo, in netta involuzione rispetto al trend fantasmagorico del post-lockdown, dove i giocatori della Dea venivano narrati come gli eroi dell'Iliade. La sconfitta contro il Napoli per 4-1 sembrò piovere come una meteora su un campo fiorito, ma poi la Sampdoria ne piazzò 3 e il Liverpool 5. Poi l'Inter  sempre a Bergamo ha quasi vinto e l'Ajax è stato rimontato solo da un grande Zapata. Al termine di tutto questo non-vincere, le parole di Gasperini suonano come una nota di un pianoforte non accordato dal 1983: "Squadra in crisi? Ma no! C'è tanta distorsione mediatica intorno alla nostra squadra". Una frase che, ovviamente, quando si vinceva (troppo) non veniva pronunciata. La vera distorsione mediatica era quella che voleva i nerazzurri possibili vincitori della Champions.

2. DI LORENZO

Male, malissimo il Napoli in casa al San Paolo contro il Milan. Gattuso in conferenza ha chiarito che non vuole alibi, non accetta giudizi sui singoli, si è preso ogni responsabilità. Ma i problemi azzurri nascono da più lontano, da uno spogliatoio che - evidentemente - fa fatica a compattarsi pure con l'uomo più sanguigno del mondo del calcio. Giù la maschera tutti. In questa notte di riflessioni, una menzione speciale in negativo è rivolta a Giovanni Di Lorenzo, vero uomo simbolo dell'involuzione del Napoli delle ultime gare. Il terzino, mai in partita, che provocò anche il rigore che portò in vantaggio il Sassuolo, ha commesso due errori gravi che hanno concesso di fatto due goal agli avversari. Quello dello 0-2 inaccettabile, con una scelta di un passaggio di petto in luogo di un controllo semplicissimo. Non concentrato, forse giù di condizione, opaco in proposizione offensiva. Di Lorenzo neanche l'ombra.

3. LA FIORENTINA 

Non bene la prima uscita di mister Prandelli, che di sicuro si aspettava un esito diverso per la sua prima gara. Le calze pendant con la maglia della sua squadra non sono bastate però ad una compagine che deve fare meglio per i valori individuali che mette in campo. Calciatori del calibro di Biraghi, Kouamé, Ribery, Pezzella, Milenkovic, Amrabat, Castrovilli. Inzaghi, dal lato opposto, con il suo Benevento ha preparato bene la partita. Ma la Fiorentina era sempre troppo lenta, indolente, non trovava mai la profondità e non aveva l'atteggiamento giusto, quello che - di solito - nasce automatico con il cambio allenatore. C'è allora qualcos'altro che non funziona e che va risolto presto. Viola, color livido.

Ottava giornata, il goal più bello secondo CN1926IT

L'ottava giornata del campionato di Serie A ha contato 24 goal, a fronte dei 17 della giornata numero 7, alcuni anche di pregevole fattura. Tra gli altri ricordiamo certamente il gran destro di Mhkitaryan, il sinistro di Berardi e la splendida combinazione offensiva del Torino che ha portato al goal di Zaza. Ce n'è un altro però che secondo il parere di chi scrive è meritevole di una menzione in questa sede. Si tratta del goal di Boga, che in un millisecondo ha ricevuto il passaggio, pensato all'angolino e vi ha teletrasportato a giro la palla.

A cura di Mattia Fele 

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