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Testa alla Champions, ma Insigne che batte il pugno sul petto al Franchi è la “cartolina” più bella da cui ripartire

orenzo Insigne (Photo by SSC NAPOLI via Getty Images)

Si respira aria di entusiasmo e festa, in parte giustificata ed in parte prematura. Giusto l’entusiasmo, da un lato, mentre dall’altro, per festeggiare bisogna aspettare ancora una gara. C’è il Verona da battere ed evitare così...

Gerardo Di Lorenzo

Si respira aria di entusiasmo e festa, in parte giustificata ed in parte prematura. Giusto l'entusiasmo, da un lato, mentre dall'altro, per festeggiare bisogna aspettare ancora una gara. C'è il Verona da battere ed evitare così di mettere gli occhi sugli altri campi ed affidarsi ai risultati altrui. Davvero ci siamo quasi e comunque andrà a finire, c'è da dire grazie a questi calciatori ed all'allenatore che hanno dato orgoglio e gioia ad una piazza intera.

Con vanto il popolo napoletano può dire che ha una grande squadra, con vanto può ammirare le belle prestazioni, con vanto potrà sostenere che al netto di tanta sfortuna, il Napoli avrebbe potuto avere altre ambizioni. Quindi è giusto, sacrosanto tutto questo entusiasmo. E' un orgoglio vedere il capitano azzurro entrare in campo a Firenze battendo ripetutamente il pugno sul petto. Non è stato solo un gesto, perché Lorenzo quella grinta e quella cattiveria agonistica, l'ha portata sul terreno di gioco, trascinando gli azzurri verso un'altra vittoria. L'ennesima ed è giusto evidenziarlo.

Il Napoli sa che deve badare a se stesso e che dagli altri campi difficilmente potrà arrivare una mano. Lo abbiamo già visto. Gli uomini di Gattuso sanno che bisogna contare sulle proprie forze e basta, perché altrove chi può chiudere un occhio, lo farà. Il Napoli sa di essere il Napoli nel bene, poiché è una squadra dal valore indiscutibile, ma anche nel male, perché capita non di rado, che dagli altri campi ci siano decisioni arbitrali che indirettamente danneggiano gli azzurri.

Quel continuo tentativo di destabilizzare il Napoli non va via

 (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

La domanda che tutti ironicamente ci poniamo è: il Verona, così come la Fiorentina, giocherà la partita della vita contro il Napoli? Può darsi. E' doveroso rispettare la propria maglia, la gara ed il proprio pubblico; andare oltre però, dà l'idea di una questione che supera quella meramente sportiva. E' molto triste quella faccia dello sport che ad una giornata dalla conclusione del campionato, quando la concentrazione deve essere l'elemento determinante ed imprescindibile, ritorna a parlare di attriti tra presidente ed allenatore, continua a dare nomi certi sulla panchina del Napoli per il prossimo campionato, parla e sparla di calciatori che intendono scappare da Napoli per nuove mete.

Il mondo del calcio e tutti gli sportivi, compresi gli addetti ai lavori, dovrebbero fare un immenso applauso a questo gruppo che ha dato un senso ad una stagione inizialmente fallimentare (causa infortuni e Covid), augurandosi che questo gruppo possa solo rinforzarsi e tenersi stretto l'allenatore. Come? Questo è difficile da dire, ma l'auspicio è che le parti possano fare un passo indietro e celebrare questo matrimonio. L'obiettivo deve essere quello di dare continuità ad un progetto che sembra davvero stia dando i primi frutti.