Dunque, dopo il pareggio a Napoli per 1-1 all'andata, il 13 maggio 1945 si disputò il primo derby in una competizione ufficiale tra le due squadre a Salerno: all'allora stadio Littorio, poi intitolato a Donato Vestuti. Le due squadre erano le uniche rappresentanti del campionato di Serie B e non potevano immaginare di dover inseguire il sorprendente Stabia (proveniente dalla C) in testa alla classifica, quindi la posta in gioco era molto alta. Un pareggio non serviva però a nessuna delle squadre e l’occasione giusta sembrò presentarsi al Napoli, quando al 35° del secondo tempo sul risultato di 1-1, a soli dieci minuti dalla fine, l’arbitro Demetrio Stampacchia decretò un rigore, alquanto dubbio, per la squadra partenopea. Nonostante l'errore di Rosi dal dischetto, non si placò il putiferio tra la tifoseria granata, la quale scatenò risse e disordini sugli spalti. Anche in campo accadde lo stesso, con i componenti delle due squadre che, invece di giocare a pallone, preferirono misurarsi a suon di colpi di pugilato. L'arbitro non trovò niente di meglio di fare che fingersi morto dopo l'esplosione di alcuni colpi d'arma da fuoco, tanto da essere portato fuori in barella da infermieri e medici complici della pantomima. La partita terminò 1-1, alla Salernitana furono comminate 25.000 Lire di multa il campo Littorio fu squalificato per tre gare e il campionato sospeso per un mese. Per la cronaca la vittoria finale del campionato campano andò allo Stabia di Romeo Menti, mentre Salernitana e Napoli dovettero accontentarsi rispettivamente del secondo e del terzo posto. Le due compagini poi parteciparono al campionato misto A-B nel 1945-1946, che segnò il ritorno nella massima serie del Napoli.
A cura di Domenico D'Ausilio
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