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Quando la “Nuca de Dios” fermò il Verona scudettato e vendicò il popolo napoletano

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L’azione ricorda molto quella della Mano de Dios con la quale il Pibe de Oro supererà, pochi mesi più tardi, il portiere inglese Shilton durante i Mondiali in Messico
Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 

Sabato alle 15.00 il Napoli di Garcia tornerà in campo in campionato dopo la sosta per gli impegni delle nazionali. Gli azzurri saranno ospiti del Verona di Baroni al Bentegodi, gara valida per la nona giornata di Serie A. Gli azzurri sono chiamati al riscatto dopo la sconfitta contro la Fiorentina nell'ultimo turno per poter riagganciare la zona Champions, mentre gli scaligeri sono ancora alla ricerca della vittoria perduta, che manca ormai dalla seconda giornata di campionato.

Verona-Napoli 1985-1986, quando la Nuca de Dios fermò gli scaligeri

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La sfida del Bentegodi rievoca piacevoli ricordi ai tifosi azzurri come quello del 2007, quando le due compagini militavano in Serie B. Gli azzurri della nuova era De Laurentiis espugnarono il Bentegodi e misero una seria ipoteca sulla promozione in Serie A, che mancava ormai da sei stagioni. Mai il Napoli era rimasto per così tanto tempo lontano dalla massima serie. Alla fine i partenopei riuscirono a raggiungere la promozione, mentre gli scaligeri tornarono nell'inferno della Serie C dopo ben 64 anni. Ma i Verona-Napoli più importanti sono quelli disputati nei ruggenti anni 80, quando gli scaligeri vinsero il loro primo e unico scudetto nel 1985 e i partenopei vissero l'epoca d'oro con Maradona, che riempì la bacheca azzurra di trofei. Oltre Maradona, c'è un altro grande protagonista che ha segnato quelle sfide: il compianto Claudio Garella, scomparso nell'agosto del 2022. Il portiere ha difeso i pali di entrambe le squadre, vincendo lo scudetto sia col Verona nel 1985 che con il Napoli nel 1987. Probabilmente un record, vincere due scudetti con due squadre diverse da Juve, Inter e Milan. L'estremo difensore passò dal Verona al Napoli nell'estate del 1985, dopo la vittoria dello storico scudetto scaligero e tornò per la prima volta al Bentegodi da avversario il 22 febbraio 1986.


I tifosi scaligeri accolsero i partenopei con cori e striscioni razzisti: "Lavatevi", "Benvenuti in Italia" e i soliti inneggiamenti al Vesuvio. Insulti che si fecero ben più pesanti quando la squadra di casa passò in vantaggio con Sacchetti al 28° e al raddoppio al 53° minuto con Galderisi su rigore (dopo una magia su punizione inspiegabilmente annullata a Maradona). La partita, dunque, sembrava chiusa ma i padroni di casa non avevano fatti i conti con Maradona che si avvicinò alla panchina urlando: “Ora vendico il popolo napoletano”. Infatti dopo due minuti accorciò le distanze segnando anch'egli dal dischetto e trovando, poi, il gol del pareggio all'80° grazie ad un bellissimo gesto tecnico: una magia di nuca sull’uscita di Giuliano Giuliani che, per ironia della sorte, dopo aver sostituito Garella al Verona nel 1985 lo farà anche al Napoli nel 1988. L’azione ricorda molto quella della Mano de Dios con la quale il Pibe de Oro supererà, pochi mesi più tardi, il portiere inglese Shilton durante lo storico match dei quarti di finale dei Mondiali in Messico in cui segnò anche il Gol del Secolo. La potremmo definire, quindi, la Nuca de Dios. Il Napoli concluse quel campionato al terzo posto, tornando in Coppa Uefa dopo quattro stagioni, mentre il Verona scudettato chiuse in modo anonimo al decimo posto.

A cura di Domenico D'Ausilio

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