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Napoli-Monza, l’analisi tattica: l’impianto di gioco e la fluidità degli azzurri

napoli monza
L'analisi tattica di mister Bruno Conte

Celeste Maione

Tutto secondo copione. Risultato e prestazione da incorniciare quella del Napoli al Maradona contro il neopromosso Monza. Quattro a zero è il tabellino, dominio è la parola sintesi della gara.

L’impianto di gioco e la fluidità del Napoli contro il Monza

Napoli-Monza, l’analisi tattica: l’impianto di gioco e la fluidità degli azzurri- immagine 2

Riconfermati gli interpreti di Verona e l’1-4-3-3 di partenza, il Napoli si mostra sin da subito superiore al Monza. Il lavoro di Spalletti si conferma nell’aver consegnato alla propria squadra un impianto di gioco fluido, che riconosca i vantaggi dati dalle “mosse” avversarie e quindi accetti durante il corso della partita di dominare in più modi, in diverse fasi del gioco, sfruttando appieno le caratteristiche dei propri giocatori.

Un esempio su tutti: al tentativo di pressing ultraoffensivo di Stroppa, schieratosi con un 1-3-5-2, sulla costruzione dal basso del Napoli, al riconoscere del potenziale 1 contro 1 di Osimhen con Ranocchia nella propria metà campo, il lancio lungo verso il nigeriano è stato svolto efficacemente, sia in figura che nello spazio.

In fase di sviluppo e manovra (nella zona mediana del campo fino a quella di rifinitura), evidenti risultano le rotazioni e gli interscambi dei tre centrocampisti, i quali riescono a distribuire la loro mole di gioco in varie zone del campo, formando continui triangoli e trovando anche appoggi e sostegni sicuri con l’accentramento dei terzini. Non di rado capita che Anguissa e Zielinski si scambino le posizioni o che uno dei due svolga il ruolo di regista al posto di Lobotka.

Regola: gioco dentro per andare fuori; gioco fuori per andare dentro. L’1-4-3-3 si presta benissimo a tali principi e il Napoli, grazie anche ad un’inedita sensibilità tattica di Lozano, più partecipe alla manovra, ma soprattutto ai movimenti e contro-movimenti di Osimhen, più maturo nelle tempistiche e nelle scelte, risulta una squadra tatticamente sempre organizzata.

Per gli amanti dei numeri, dalla cintola del centrocampo in su, è un 1-2-3-4-1 quello di Spalletti con entrambe le mezzali, come scritto negli articoli precedenti, già in alto ad occupare gli half spaces nella zona di rifinitura.

I gol e l’abilità di Kvaratskhelia

A testimonianza di ciò, il gol realizzato da Osimhen dopo un ottimo fuori-linea con filtrante di Anguissa oppure il secondo gol di Kvaratskhelia con percussione di Lobotka che riconosce lo spazio libero creatosi dal palleggio e chiude con un passaggio “a tempo” verso il georgiano.

Proprio di Kvara e delle sue qualità si potrebbe obiettare nell’attendere avversari più accreditati oppure esagerare nel mettere eccessivo entusiasmo e pressione ad un ragazzo poco o più che ventenne. Per quanto visto, il 77 del Napoli è indubbiamente un calciatore raro da trovare in Italia. Per caratteristiche – la sua capacità di calciare con entrambi i piedi e quella nel dribbling sfrontato e spesso decisivo – e per potenziale. Non conosciamo ancora bene le doti, figuriamoci le prospettive.

Napoli multiforme

Nove gol in due partite sono buona salute e per Spalletti vestirsi da pompiere, soprattutto dopo gli annunci dei nuovi acquisti, non sarà semplice. Rianimare la piazza è stato fatto, rimodulare il Napoli a seconda della forma, degli avversari sarà il piacere e l’onere per il mister e lo staff. La doppia punta Simeone e Osimhen è un’idea. Per me, anche Raspadori dietro di loro. Generosi e grande attitudine nel pressing, coprono vaste porzioni di campo, finalizzatori, e uno, l’ex Sassuolo, con una sottovalutata capacità di rifinitura. La sensazione è che vedremo tanti Napoli in varie forme. Meglio così.

Mister Bruno Conte

Uefa C

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