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Napoli-Ajax, l’analisi tattica: azzurri diapositiva moderna del calcio liquido 4.0

Domenico D'Ausilio

L'analisi tattica di Napoli-Ajax a cura di mister Bruno Conte

Il Napoli conferma di essere una delle migliori squadre in Europa di questo inizio di stagione, battendo al Maradona l’Ajax 4 a 2. La squadra di Spalletti primeggia per forma, organizzazione ed idee. Soprattutto, una squadra che conosce, riconosce e interpreta i tempi e gli spazi di gioco, le scelte dell’avversario, sapendo gestire e cambiare nella stessa partita più versioni di sé. Basti pensare alla linea difensiva del primo tempo, coi piedi sul centrocampo, e quella della seconda frazione, proteggendosi con un blocco basso vicino l’area di rigore.

Napoli-Ajax, l'analisi tattica di mister Bruno Conte

La tattica del Napoli è essenzialmente interpretare la tattica della partita, dominando il contesto o adattandosi ad esso. Ed è la diapositiva più moderna del calcio liquido 4.0 che stiamo vivendo. Non un gioco che rivoluzioni, si badi, bensì una visione di calcio che sostituisca l’asetticità dei numeri dei moduli e dei ruoli a una Gestalt di principi e funzioni.

Un esempio. La batteria dei terzini del Napoli riconosce durante il corso della partita quando è necessario tagliare dentro al campo per creare un vantaggio posizionale. Ciò avviene con la presa in ampiezza della mezzala, solitamente a destra con Anguissa, o del movimento lungo-corto dell’esterno di riferimento, si pensi a Kvara. Quando farlo? Quando la palla transita al difensore centrale e non vi sono linee di “avanzamento” dell’azione di gioco poiché magari il cervello Lobotka viene ostruito. Le catene laterali del Napoli sono tra i segreti più sottovalutati dell’organizzazione spallettiana.

La volontà dell’Ajax di continuare a difendere e pressare in avanti, marcando l’uomo nello spazio di competenza, si è nuovamente rivolta contro, appiattendolo nella propria area nel primo tempo ed evidenziando le lacune di difesa posizionale. Il gol di Lozano dopo uno scambio con Zielinski è testimonianza di una cattiva lettura di una palla scoperta e di un mancato assorbimento di un taglio alle spalle della linea.

Diversamente, e una delle differenze è stata proprio questa, quando il Napoli nei secondi 45 minuti ha circuito le linee difendendosi con un 1-4-5-1 scivolando da destra a sinistra, dopo che il baricentro dello sviluppo offensivo dell’Ajax era salito, ha saputo posizionalmente difendersi senza particolari patemi, ripartendo appena possibile oppure semplicemente controllando i ritmi della gara con un possesso cauto.

L’Ajax semplicemente non è stato all’altezza del Napoli. Spalletti ha opposto, nella prima parte, con sfrontatezza Lobotka a pressare il primo costruttore di gioco, Alvarez o Blind, alzando vertiginosamente la linea di pressing con Zielinski sul difensore centrale di sinistra (come spesso capita) e gli esterni azzurri forti ad uscire sui terzini avversari. In questo modo, ha dominato appunto il contesto. Nella seconda parte, seppur lasciando il pallino del gioco all’Ajax, lo ha fatto comunque con altre forme, come scritto sopra.

Unica nota stonata. L’uscita per probabile infortunio di Anguissa. Bene Ndombele, meglio in Champions con spazi più aperti che in serie A dove c’è meno campo e transizioni. Olivera è un valore importante, buonissima la connessione con Kvara. Osimhen troppo ansioso, dovrà abituarsi alla sana concorrenza di Raspadori e Simeone.

Mr Bruno Conte

U15 Turris

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