Però la sua Inter non era nemmeno lontana parente di quella che oggi è in testa al campionato e, infatti, il risultato fu impietoso. Il Napoli asfaltò l'Inter mazzarriana con un inappellabile 4-2, che avrebbe potuto essere anche 5-2 se il solito Handanovic non avesse parato un rigore dell'altro ex Pandev in pieno recupero. Gara non adatta ai deboli di cuore al San Paolo, dunque, dove il Napoli passa in vantaggio dopo neanche 10 minuti con un gran sinistro al volo di Higuain da dentro l’area. L'Inter reagisce e pareggia al 35' con Cambiasso, complice una dormita colossale di mezza difesa partenopea. L’1-1 dura, però, appena quattro minuti perché i padroni di casa infilano un uno-due micidiale con Mertens e Dzemaili che fa esplodere il San Paolo. In pieno recupero nuova dormita in area azzurra e Nagatomo trasforma su assist di Guarin. Nella ripresa l'espulsione di Alvarez spezza l'equilibrio. Sotto di un gol e con un uomo in meno, l’Inter non rinuncia comunque ad attaccare, ma all'81 è costretta ad arrendersi a causa della più classica azione della premiata ditta Insigne-Callejon: cross di Lorenzo e tap-in dello spagnolo.
A fine stagione il Napoli di Benitez arrivò terzo eguagliando il record di punti, stabilito proprio da Mazzarri la stagione precedente (78), mentre l'Inter di Mazzarri fallì la qualificazione alla Champions con un quinto posto a -18 dagli azzurri, che valse comunque l'accesso all'Europa League, ma la riconferma a Mazzarri. Ma, dopo il pareggio casalingo contro il Verona (2-2) e con la squadra al nono posto in classifica, venne esonerato per la prima volta in carriera, per far posto al rientrante Roberto Mancini.
A cura di Domenico D'Ausilio
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