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LE AVVERSARIE – Barcellona e Napoli, gemelle per effuse affinità

Barcellona Napoli (Photo by Michael Steele/Getty Images)

Portato oltre il traguardo il campionato di Serie A, Insigne e compagni tagliano il Mediterraneo e sbarcano in Catalogna, dove ad attenderli a braccia conserte c’è l’Avversaria per eccellenza e la Ciutat Comtal, che ospita il calciatore più...

Mattia Fele

Portato oltre il traguardo il campionato di Serie A, Insigne e compagni tagliano il Mediterraneo e sbarcano in Catalogna, dove ad attenderli a braccia conserte c’è l’Avversaria per eccellenza e la Ciutat Comtal, che ospita il calciatore più forte al mondo da vent’anni. Una sfida affascinante e senza pretese, nella quiete di uno stadio maestoso.

Barcellona, Més que un Club

Barcellona Napoli (Photo by Michael Steele/Getty Images)

Non avrebbe particolarmente senso in questa sede proporre un elenco cinico e sterile (o sterilizzato, di questi tempi) dei successi del Barcellona, dei tanti campioni che ne hanno fatto parte e di quanto la psicosi del tiki-taka a cui assistiamo oggigiorno sia la deriva o il frutto di una vera e propria rivoluzione tecnica, portata in campo da Guardiola negli anni d’oro. Nemmeno mi soffermerei su quello che è in modo evidente il calciatore più talentuoso al mondo, talvolta criticato ed attaccato in virtù di una competizione (mal)sana con Cristiano Ronaldo. Leo Messi ha sempre parole buone per tutti, e lasciamolo un po’ in pace. Il Barcellona è più di questo: rappresenta l’anima di milioni di persone, è parte dell’identità (alle volte espressa in modi un po’ bruschi) dei catalani, ha uno stile personalissimo e non scende a compromessi. È un coagulo di valori vincenti che partono dalla tenera età, è una grande comunità precisa e ben riconoscibile perché ha le proprie personalissime esigenze. Prenderla a modello è troppo semplice e per questo troppo difficile: e chi ha visitato il Camp Nou lo sa.

Napoli, questa sfidante ti somiglia

Napoli e Barcellona si attraggono con uno strano magnetismo, delle volte inspiegabile e delle altre volte chiarissimo. Metropoli dalle parabole diversissime, unite da un’atmosfera complice e dall’aria di un mare che è tanto contorno quanto definizione di un popolo. O meglio di due. In Catalogna si respira aria d’Europa grazie ad una gestione magistrale dello sviluppo urbano e del turismo. Napoli ci arriverà a piccoli passi ma sta crescendo in modo importante. Così le squadre: la maglia azulgrana ha già alzato la Coppa dalle Grandi Orecchie in più occasioni facendo a pezzi gli ostacoli, il Napoli arriva sempre da Cenerentola ma non va mai via in punta di piedi e senza scarpe. Tutto fa pensare al fuoco di una bella partita, vissuta sull’onda di una sete mai appagata di due squadre come di due luoghi, contraddistinti da sprezzante identità e coraggio di essere. Sappiamo questo: Barcellona e Napoli insieme non conoscono imposture.

Finché la Barça va

 Quique Setien, allenatore del Barcellona (Getty Images)

Non è stata una stagione semplice per gli uomini di Setién: la situazione post-lockdown ha peggiorato quella pre-lockdown, già di per sé non ottimale. L'arrivo dell'allenatore è stato necessario ad inizio 2020 ma non è stato risolutivo, anzi. Si potrebbe dire che ha portato solo a risvolti negativi. Il Madrid campione, le liti nello spogliatoio mai veramente smentite, l'insubordinazione di alcuni calciatori e una tensione evidente, esalata da quei seggiolini vuoti, da quelle gradinate altissime da cui i tifosi riescono a guardare estaticamente in contemporanea il cielo e le giocate di Messi. Quest'assenza probabilmente si è sentita in Catalogna più che in ogni altro luogo. Togliere gli appassionati ad un equipo che vive di identità è come asfissiarlo, privarlo di uno dei cinque sensi sportivi, quello della gioia. Riesce allora difficile credere che Setién possa continuare in pace la sua avventura spagnola, a meno di una vittoria in Champions League che quando si parla di certe squadre non è mai improbabile. Griezmann ha da poco vinto un Mondiale, Piqué non ha iniziato proprio ieri, così come Jordi Alba, Vidal, Suarez, il già nominato Leo. Chi sa vincere vince, e finché la Barça va...

Per essere all'altezza

Gattuso preparerà la gara (probabilmente l'ultima di Callejon) con il mento all'insù, guarderà i suoi calciatori in volto e gli trasmetterà delle emozioni che lui conosce, che ha già vissuto. Rino è uno che la Storia del Calcio l'ha fatta, con la Nazionale, con il Milan delle stelle. Sa cosa significa scendere in campo per giocarsi una possibilità e da quella possibilità costruire una certezza. Passare dal dubbio alla consapevolezza è ancora un'altra faccia del costruire e del costruirsi dal basso, ma - ripetiamo - mai con il mento rivolto alle scarpette. Nel grande mare delle favorite sulla carta il Napoli si è sempre mosso in direzione contraria, fiero del proprio sognare e qualche volta è anche andato vicino al traguardo. Nel 2012 contro il Chelsea gli Ottavi di finale di Champions si sono conclusi con un ingeneroso 4-1 ai supplementari, in una gara che i partenopei persero per inesperienza contro Drogba, Ivanovic, Essien e tanti altri. Poi contro il Madrid nel 2017 un doppio 3-1 che non lascia spazio a recriminazioni (che ci furono lo stesso, da parte di De Laurentiis, ndr). Dopodomani il Napoli vuole passare il turno. Niente altro.

Per farlo questa volta non basterà la tattica, la strategia e la difesa. Servirà grinta, cuore e soprattutto personalità. Saper distinguere i momenti della partita in cui attaccare da quelli in cui dover soffrire, perché si soffrirà tanto. Ripartire e concludere con freddezza e concretezza. Attendere ma non soccombere, perché si dovrà superare la metà campo e segnare due goal. Non basterà una bella prestazione, né il giudizio positivo dei media a fine evento. Interessa solo il sogno che può invertire il segno, da stagione maledetta a stagione memorabile. Ma Barcellona-Napoli non sarà mai Golia contro Davide; è piuttosto atto contro potenza, modello contro seguace in nome di un'affinità effusa, per dirla con Montale. E' una sfida a superare costantemente se stessi per imparare qualcosa in più: l'allievo dalla Maestra e la Maestra dall'allievo.

di Mattia Fele

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