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rassegna

Zola: “Io come Jorginho. Il calcio italiano va cambiato, non è colpa di Mancini”

Domenico D'Ausilio

Gianfranco Zola ha parlato a Repubblica, soffermandosi sull'eliminazione dell'Italia dal Mondiale in Qatar e sul momento del calcio italiano

Gianfranco Zola, ex calciatore e allenatore, ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Repubblica, soffermandosi sull'eliminazione dell'Italia dal prossimo Mondiale in Qatar e analizzando il momento del calcio italiano.

Zola sul momento del calcio italiano

"Sono devastato da questa sconfitta. Non andare ai Mondiali destabilizza. È come se contro la Macedonia del Nord, con Berardi e gli altri, ci fossi stato anche io. In Italia è già caccia ai responsabili? Cambiamo il modo in cui il calcio vive e si alimenta. Serve un circuito virtuoso che esalti la qualità. Puoi essere ben allenato, organizzato tatticamente ma senza il talento prima o poi vai a sbattere".

Mancini deve dimettersi?

"No. Roberto ha fatto un grande lavoro e costruito una base importante. La Nazionale non ha vinto per caso l'Europeo".

Chi salva dallo spareggio perduto?

"Gli episodi migliori sono passati dai piedi di Verratti e Berardi. Mentre Barella mi è parso un po’ stanco. Jorginho ha fatto la sua parte. Mi irrita sentire che i due suoi rigori sbagliati siano stati la causa dell’addio al Qatar. Stiamo a casa perché non abbiamo avuto forza e qualità. Dal dischetto Jorginho non si è mai tirato indietro, ne ha segnati tanti. Anche io ho sbagliato un rigore importante per gli Europei del ‘96. Mi sono martoriato a lungo. Ma non è servito".

Zola, da dove si riparte?

"Da scuole calcio, camp e format d’allenamento: spazio alla fantasia. Mi piace il lavoro, e la fermezza con i presidenti dei club di A, mostrata dalla Federcalcio del presidente Gravina. Serve tempo, la nazionale è una grande opportunità per il Paese e arricchisce tutti. Anche le società. Intanto, lasciate in pace Roberto Mancini".