Un giorno disse una cosa che mi colpì, una cosa davvero insolita, relativa al primo e unico anno in cui ha fatto parte del Napoli di Spalletti, pur non lavorando mai sul campo. «Mi sono detto: già che ci sono, lo studio da fuori. Quell’anno non l’ho buttato, anzi, lo considero di notevolissima importanza per la mia formazione. Sono riuscito a sfruttare al meglio un periodo di semi-disoccupazione. E mi sono reso conto che Spalletti possiede una qualità rara: al di là delle eccezionali capacità sul campo, riesce a adattarsi a ogni situazione e allena tutti, dal centravanti all’ultimo degli impiegati».
Mi soffermo su Calzona perché è la più sorprendente anomalia di questa stagione: dopo quindici anni da vice di tanti e la recente, brillante esperienza slovacca, siede sulla panchina del Napoli per disgrazia ricevuta: per questo sono convinto che quando diresse il primo allenamento a Castel Volturno si chiese «ma dove sono finito?, e come stanno messi?».
Il pareggio dell’andata è un risultato che consente al Barcellona di partire favorito: è un fatto che quando sfidi i catalani a casa loro non affronti un avversario normale, neppure se non sta vivendo una delle sue migliori stagioni".
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