Un compito, questo, che tocca all'allenatore?
"Dipende principalmente dai giocatori. Poi probabilmente c'è anche un lavoro diverso dal punto di vista fisico rispetto al passato, ma domenica scorsa con la Fiorentina si vedeva nettamente che gli avversari arrivavano sempre primi sulla palla senza dare respiro ai centrocampisti azzurri. La Viola ha portato parità numerica in avanti e solitamente con gli attaccanti di cui dispone, il Napoli in parità numerica ti ammazza. C'è solo da aspettare che gli attaccanti tornino in condizione. Poi non dimentichiamo che mancava la difesa titolare".
Eppure la squadra è praticamente la stessa dell'anno scorso, ma con Garcia non gira come dovrebbe.
"Io credo che Garcia non abbia voluto toccare niente o abbia voluto cambiare poco o nulla. Come è giusto che sia in questi casi, intendiamoci. Con la stessa squadra, del resto, non si può cambiare, ma magari aggiungere. Quello che suggerirei io è un po' di pazienza da parte di chi sta fuori ed un po' più di accelerazione da parte di chi sta dentro".
In che senso?
"Che i giocatori devono riprendere a correre in fretta. Mi sento e mi sentirei di dare ancora del tempo a Garcia".
I giocatori, invece, non accettano le sostituzioni...
"L'allenatore deve far capire che rispetta il gruppo, ma deve esigere rispetto. Altrimenti deve reagire".
In che modo, visto che è già successo con Kvara, Osi e Politano? Segno che ha perso lo spogliatoio?
"Non direi. Certo, sono situazioni particolari in cui però deve intervenire anche la società. Se c'è un comportamento non consono da parte di alcuni giocatori più turbolenti si deve intervenire con una multa. L'allenatore parla e la società deve agire".
Che consiglio si sente di dare a Garcia?
"Di tirare dritto per la sua strada. Io dico di imparare lo spirito di Napoli. Ci sono delle cose che affascinano in questa splendida città, c'è poco da fare. Ricordo che quando allenavo il Napoli e venivamo via dal ventre del San Paolo c'era sempre qualcuno che avvisava e dava il nome della persona che stava uscendo: per cui c'era chi batteva le mani o applaudiva ed io speravo che non arrivassero mai le critiche. Carletto Iuliano, invece, mi tranquillizzava dicendomi: "Stia tranquillo Mister: il problema sarà quando quello di sotto griderà non è nisciun... allora si deve preoccupare".
Un consiglio alla tifoseria?
"Un po' di pazienza, soltanto un po' di pazienza. Giusto tre-quattro partite e poi si tirano le somme per vedere la piega che prende la stagione e se questa squadra ritrova lo spirito dell'anno scorso".
Il Napoli può ancora competere per lo scudetto?
"Si, a patto che cominci a correre. Ma da subito altrimenti la distanza diventa troppa dalla vetta".
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