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Superlega, rientro dei club ribelli resa senza condizioni: nessun dialogo con Agnelli

Aleksander Ceferin (Photo by Catherine Ivill/Getty Images)

Se c’è un vincitore il suo nome è Aleksander Ceferin. Questa poteva essere la settimana delle sue dimissioni. Se la Superlega fosse andata avanti, probabilmente il presidente UEFA avrebbe dovuto farsi da parte, “colpevole” di aver creduto...

Domenico D'Ausilio

Se c’è un vincitore il suo nome è Aleksander Ceferin. Questa poteva essere la settimana delle sue dimissioni. Se la Superlega fosse andata avanti, probabilmente il presidente UEFA avrebbe dovuto farsi da parte, “colpevole” di aver creduto in chi fingeva di lavorare con lui. In 72 ore lo scenario si è capovolto. Ora Ceferin esce addirittura più forte di prima. Il rientro dei ribelli sarà, in caso, una resa senza condizioni, la Champions si “fa” come dice la UEFA. Lo riporta l'edizione odierna della Gazzetta dello Sport.

Superlega, rientro dei club ribelli resa senza condizioni

 Andrea Agnelli (Photo by Daniele Badolato - Juventus FC via Getty Images)

Ora che tutto è finito, attorno a Ceferin si disegneranno nuovi equilibri. Di sicuro Rummenigge e Al-Khelaifi hanno conquistato punti: il progetto Superlega è cominciato con problemi perché perdere i mercati tedesco e francese è stato un duro colpo. I ribelli inglesi hanno cercato di ricucire con qualche SMS in serata per annunciare la ritirata. Sembra irreversibile la rottura con Agnelli da cui Ceferin si è sentito tradito come amico prima che come politico. La Juve sarà accolta come tutte, in caso, ma con Agnelli non ci sarà dialogo. Lunedì Gravina potrebbe comunque andare all’attacco degli italiani (anche se hanno alzato bandiera bianca). Venerdì l’Esecutivo UEFA si riunirà d’urgenza per decidere la strategia. Martedì il membro danese Moller era partito in quarta, proponendo un’esclusione immediata, e decisamente improbabile, di City, Chelsea e Real Madrid prima delle semifinali. L’idea era quella di vietare le prossime coppe.