Manfredi è Commissario di governo per Bagnoli ha poteri straordinari in grado di derogare a molte regole ordinarie e su diverse materie, mentre Invitalia è titolare dei suoli di Bagnoli fino a quando non sarà finita la bonifica poi torneranno nelle proprietà del Comune. Bagnoli - non va mai dimenticato - è un Sin, che significa Sito di interesse nazionale: è lo Stato che mette soldi. In questo contesto De Laurentiis ha calato la sua intenzione di costruire lo stadio nel sito ex Italsider.
Avendo cioè contezza del quadro normativo e avendo sotto il cuscino la nuova legge che semplifica le procedure amministrative per l’ammodernamento e la costruzione di nuovi stadi. Su quel tavolo il patron chiarirà cosa vuole fare e molto dipenderà dalla credibilità della fattibilità economica del progetto e del piano di gestione dello stesso. Perché a Bagnoli come per il Maradona si lavora su suoli pubblici e non si possono creare cattedrali nel deserto o strutture che poi non si autofinanziano perché su questo punto il Governo è stato chiarissimo: non ci saranno soldi pubblici per la costruzione degli impianti nemmeno in funzione di Euro 2032.
La sostanza è che devono coincidere le volontà politiche e la fattibilità tecnica ed economica. E quando si incontrano pubblico e privato non è mai scontato che ciò accada. Nel Parco urbano - che sta dal lato opposto al Parco dello Sport - in linea teorica ci sarebbe la capienza in termini di suoli per fare un impianto da 60mila posti, moderno, capace di soddisfare i requisiti che richiede l’Europa e che vuole De Laurentiis: servirebbero 40-50 ettari. Però, pur avendo l’area la vocazione allo sport e al tempo libero - è questa la sua destinazione d’uso - non sono previsti al suo interno volumi per uno stadio di quella grandezza, servirebbe una Variante urbanistica, una complicazione importante ma non insormontabile.
Del resto lo stesso Manfredi ha fatto cadere il tabù su quel totem che è diventata la colmata a mare di Bagnoli che ha paralizzato la rigenerazione dell’area per 30 anni. Nel piano urbano - anche in quello vigente - si dovrebbe togliere per ripristinare la linea di costa. La realtà è che nell’ultima cabina di regia con il ministro Fitto è stato richiesto del sindaco commissario - sulla scorta di un dossier del ministero dell’Ambiente - che invece la colmata deve restare in quanto è impossibile toglierla sia sotto il profilo economico che tecnico. Fino a sei mesi fa solo se si immaginava una simile opzione si rischiava di finire al rogo. I problemi oltre alla Variante non mancano. L’area ex Italsider non è infrastrutturata, mancano parcheggi, una rampa della tangenziale e soprattutto la metropolitana che vi arriverà, ma tra non meno di 5 anni. E poi c’è la bonifica che durerà allo stesso modo un lustro. Tuttavia 5 anni servono per bonificare tutti e 120 gli ettari, ma se si iniziasse da dove eventualmente costruire lo stadio i tempi sarebbero più che dimezzati.
La versione aggiornata della legge per gli stadi è di settembre e effettivamente apre autostrade a chi intende investire di tasca propria. L’iter è uguale per tutti. De Laurentiis non volendo mettere mano al Maradona - se non cambia idea un’altra volta perché proprio questa legge potrebbe consentirgli di acquistare l’impianto di Fuorigrotta ma a valle degli investimenti - la legge prevede che «al fine di favorire l’ammodernamento e la costruzione di impianti sportivi il soggetto interessato» deve presentare un piano di fattibilità.
Nel caso di ammodernamento di impianto già esistente come il Maradona «il soggetto nel documento di fattibilità può contemplare il riconoscimento di un prezzo, la cessione del diritto di superficie o del diritto di usufrutto su di essi, nonché il trasferimento della proprietà degli stessi alla società sportiva». A Bagnoli servono attrattori economici per lo sviluppo perché è un’area desertificata e De Laurentiis sarebbe uno dei pochissimi a scommetterci perché le condizioni di legge sono molto favorevoli. «Il documento di fattibilità può prevedere la costruzione di immobili con destinazioni d’uso diverse da quella sportiva, che siano complementari o funzionali al finanziamento o alla fruibilità dell’impianto sportivo», insomma dai centri commerciali ai musei e ai cinema".
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