Racconti come andò, Valentino Russo.
"Sono toscano, amico di Giovanni Di Lorenzo. Fu lui a mettermi in contatto con il mister, sapendo che ho uno studio in provincia di Napoli: l'Art Gallery. Tanti big del calcio vengono da me, ma di Spalletti ho un ricordo speciale. Teneva tantissimo a quel tatuaggio, mentre glielo facevo mi osservò attentamente, sembrava un test".
Venne da lei con le idee già chiare?
"Voleva tatuarsi solo la lettera "N" stilizzata del Napoli sull'avambraccio sinistro, io gli consigliai di aggiungere lo scudetto con il numero 3 e Spalletti ne fu subito entusiasta. Ci vollero due ore per completare il lavoro. Parlammo tanto, mi colpì per la sua umiltà, insolita nel mondo del calcio".
Ora Spalletti allena la Juve e ha il tatuaggio del Napoli...
"Che male c'è? Ricordi di vita e professionalità possono convivere. Anche io tifo Napoli, ma se un giocatore della Juve mi chiede un tatuaggio, glielo faccio volentieri".
Domani c'è Napoli-Juve: lei da tifoso azzurro Spalletti lo fischierebbe?
"No, merita solo applausi. Per lo scudetto che ci ha regalato e anche per quel tatuaggio: l'ha voluto per rivivere ogni giorno le emozioni di Napoli".
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