Nel corso della trasmissione 'Stadio Aperto' in onda su TMW Radio è intervenuto Nicola Mora. L'ex difensore ha parlato dell'avventura dell'Italia di Roberto Mancini a Euro2020 che si concluderà domenica sera con la finale contro l'Inghilterra. Ma non solo , ha commentato le parole di Spalletti presentato quest'oggi a Castelvolturno ponendo l'accento sulla situazione Insigne.
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Mora: “Spalletti in conferenza ha mandato un messaggio ad Insigne”
Nel corso della trasmissione 'Stadio Aperto' in onda su TMW Radio è intervenuto Nicola Mora
"Spalletti in conferenza ha mandato un messaggio ad Insigne", le parole di Mora
Di seguito le sue parole a TMW Radio:
Sui rigori contro la Spagna
"Ai ricori contro la Spagna ha temuto? C'erano dei segnali, da Chiellini al sorteggio fino al cerchio con Mancini in cui molti azzurri erano sorridenti e sereni. Un po' di paura è normale, una piccola tensione, ma l'Italia ha mostrato di avere carattere e attributi anche per attraversando certi intoppi. Questo grazie a un grande portiere e a dei rigoristi freddi. Siamo in finale, ora manca l'ultimo passo, quello di provare a vincere".
Su Chiellini
"Chiellini ultimo dei marcatori? Sì, e forse pure il più bravo. Chi ci gioca contro preferisce addirittura rinunciare a un attaccante, vedete Luis Enrique l'altra sera. Difficile trovare un difensore che abbia fatto male in questo Europeo dell'Italia: la linea difensiva ha sempre risposto bene. Ok fantasia e concretezza, ma senza difesa difficilmente vinci le partite".
Su Spinazzola
"Purtroppo è stato fermato troppe volte da infortuni che ne hanno bloccato la crescita: era in un momento in cui stava facendo grandi cose ed è incappato in questo infortunio. Gli auguro una pronta guarigione. La forza di Mancini comunque si è vista anche nell'inserimento di Emerson Palmieri, spero riesca a ripetersi anche in finale".
Sulla storia di Di Lorenzo
"Di Lorenzo? Ora avrà di fronte l'ennesima prova di maturità. Negli ultimi anni ha fatto un exploit incredibile partendo dal Matera: ho sempre stravisto per lui, fin da quando è arrivato a Napoli si è rivelato di grande affidabilità, organicamente non ha sbagliato neanche una partita. Sicuramente un valore aggiunto, bravo a sfruttare l'occasione dell'infortunio di Florenzi senza il quale non avrebbe forse avuto tutto questo spazio".
Sull'attacco dell'Italia
"Cambierebbe qualcosa in attacco? Penso Mancini non cambierà niente. Immobile non ha fatto un gran Europeo sotto l'aspetto realizzativo ma con tanto lavoro sporco. Giusto che riparta lui da titolare, anche perché Insigne largo a sinistra è tutto un altro giocatore rispetto a vederlo da falso nove. Speriamo che Immobile riesca ad essere decisivo in finale perché è uno che si sacrifica molto per la squadra".
Su Jorginho
"Jorginho è imprescindibile? Non si vede sempre ma è un motorino perpetuo, un dispensatore di tempi e geometrie, di alchimie. Non sarà da copertina o da lotta, ma se c'è da impostare e dare equilibrio è tra i migliori centrocampisti davanti alla difesa. Non credo Mancini possa privarsi di questo giocatore, seppure a volte non sia stato sugli scudi".
Sull'Inghilterra
"I pro e contro dell'Inghilterra? Di pro hanno fisicità, ritmo e ambiente favorevole, cose che in una finale hanno un peso specifico. L'Italia dovrà attaccare con intensità e velocità di palla superiore, così da non dargli tempo per esprimere la loro forza fisica là davanti. Sono arrivati in finale con un piccolo aiutino ma rimangono una nazionale di tutto rispetto. Sulla tattica possiamo provare a incartare gli inglesi che, virtualmente, hanno tutto a loro favore".
Su Mourinho alla Roma
"Cosa darà Mourinho alla Roma? Sono curioso, perché ho sentito la conferenza stampa e ragionavo sul fatto che sia stato accolto come un re. Alle spalle ha una società importante ma che non potrà soddisfarlo del tutto come vuole: per la prima volta forse si dovrà vedere il Mourinho lavoratore di campo, senza i top player cui è abituato. Perso Spinazzola ha subito detto che serve un terzino sinistro. Come allenatore è meticoloso e perfezionista ma quest'anno la Roma è davvero un rebus".
Sull'addio di Donnarumma al Milan
"Addio di Donnarumma al Milan? Mi ha sorpreso, credevo che una soluzione si potesse trovare. Il Milan ha dato a Donnarumma la possibilità di diventare ciò che è, non penso che a quei livelli cambi un milione in più o in meno, ma i valori d'appartenenza. Per lui, a differenza di Calhanoglu, speravo nell'accordo. Abbandona un club rientrato in Champions dopo anno per essere riempito di soldi dal PSG in cui però non sarà idolo, questo mi fa pensare".
Su Insigne
"Insigne rimarrà a Napoli? Ce l'auguriamo tutti. Ci dovrà essere uno sforzo di tutti e due: uno del presidente di andargli incontro e un altro di Insigne che dovrà avere un occhio di riguardo. Quest'anno ha raggiunto la maturità, è un simbolo della nazionale e di Napoli, oltre che del Napoli. Questo legame potrebbe spingerlo a non andare via. Anche Spalletti ha fatto capire che non possono permettersi di lasciar partire a cuor leggero uno come lui. Sentivo comunque che Spalletti ha dato merito al lavoro di Gattuso, perché trova una squadra già competitiva. Qualche piccolo accorgimento di mercato dovranno farlo".
Su Emerson Palmieri
"Con Emerson Palmieri il Napoli è da Scudetto? Da quando si è infortunato Ghoulam in questa squadra manca una pedina importante a sinistra, in difesa. Mario Rui è una valida alternativa e non un titolare di primissimo ordine: c'è bisogno di un titolarissimo e Emerson Palmieri ha mostrato di avere quel quid. Auspico rimangano i vari Koulibaly e Ruiz, perché vorrebbe dire che il Napoli sarebbe veramente forte. Mi sembra che De Laurentiis comunque abbia l'occhio lungo e che non abbia voglia di svendere".
Su Maresca e Buffon al Parma
"Quello di Buffon è un ritorno romantico, ero al suo fianco in panchina quando ha esordito. Lui era già un campione, io mi approcciavo alla prima squadra con Ancelotti. Si intravedeva che avrebbe fatto grandissime cose. Con Maresca ho avuto il piacere di condividere la nazionale U21, è stato un grande giocatore e ha fatto la gavetta da allenatore. Ora ha questa possibilità in Italia e gli auguro davvero di poter fare bene. Un anno storto ci sta, ma il Parma deve stare in Serie A".
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