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Spadafora: “Per Juve-Napoli era meglio una soluzione condivisa, con De Laurentiis rapporti non idilliaci”

Vincenzo Spadafora, Ministro dello Sport

Vincenzo Spadafora, ministro dello sport, ha rilasciato un’intervista ai microfoni del Corriere della Sera, soffermandosi sul caso Juventus-Napoli e sul protocollo della Lega Calcio. Spadafora su Juventus-Napoli Ministro chi ha ragione tra...

Domenico D'Ausilio

Vincenzo Spadafora, ministro dello sport, ha rilasciato un'intervista ai microfoni del Corriere della Sera, soffermandosi sul caso Juventus-Napoli e sul protocollo della Lega Calcio.

Spadafora su Juventus-Napoli

 Vincenzo Spadafora (Photo by Riccardo Antimiani - Pool/Getty Images)

Ministro chi ha ragione tra Napoli e Juventus? "Iniziamo dal lato sbagliato. Juve-Napoli non è più una partita e non serve schierarsi. Non si deve fare confusione nell’interpretazione dei protocolli, che sono chiari e stabiliscono responsabilità precise".

Lei l’avrebbe rinviata? "Sarebbe stato meglio trovare una soluzione condivisa: non è stato un grande spettacolo".

Sui social gira il suo tweet da tifoso del Napoli. La imbarazza? "In nessun modo, tutti hanno una squadra del cuore. Tra l’altro sono anche noti i rapporti, diciamo con un eufemismo non idilliaci, che intercorrono con il presidente De Laurentiis".

Sul protocollo federale

Chi ha deciso di inserire nel nuovo protocollo la clausola che concede all’autorità sanitaria il potere di veto? "È così sin dal primo momento. Quanto avvenuto con il Genoa ha creato un precedente che obbliga tutti a una maggiore responsabilità. Finora il protocollo è stato preso un po’ alla leggera, molte squadre non hanno fatto la bolla dopo aver trovato un positivo, ma una quarantena molto soft con ritorno a casa, consentita proprio dalle ASL. Ora è necessaria una stretta generale, tornando a un rigoroso e puntuale rispetto di quanto era previsto e validato. È cambiato il contesto, dobbiamo tutti prenderne atto".

La Juventus contesta l’intervento della ASL perché ha agito in deroga al protocollo. "Il protocollo prevede la vigilanza e la responsabilità delle ASL. Anzi, ricordo che la comunicazione alla ASL è un obbligo di legge, mi preoccupano piuttosto le dichiarazioni di chi dice di non averle fatte immediatamente. Ma spero siano frutto solo di malintesi".

Non sarebbe opportuno rivedere il protocollo coinvolgendo Regioni e autorità sanitarie? "Sono già coinvolte. Io direi che è necessario tornare al rispetto rigoroso del protocollo, a partire dall’obbligo di bolla all’interno dei centri sportivi quando emerge un singolo positivo, senza deroghe di nessun tipo".

Non crede che giocare con 10 positivi sia un rischio? "Se il protocollo è stato rispettato il rischio è lo stesso con due o con dieci".