La scaramanzia è legge, a Napoli, ma anche l'osservazione dei fatti e la statistica rivendicano un posto nelle abitudini mentali dei tifosi e la Serie A, al giro di boa, deve fare i conti - letteralmente - con quanto visto nelle prime diciannove partite di campionato. Senza fronzoli, solo numeri e deduzioni logiche.
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Serie A, ecco perché lo scudetto è (quasi) cucito sul petto del Napoli
La Serie A dice NAPOLI
Ne parla oggi il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926: "Con dodici punti di vantaggio dopo il girone di andata, quanti mai se n’erano contati nel torneo a venti squadre, Spalletti ha lo scudetto in tasca (...) Non è la matematica ad avvalorare una previsione così netta, quanto il rendimento delle cinque squadre di vertice qui citate, al confronto con quello della capolista. Tutte, tranne il Napoli, denunciano incompiutezze e cadute di tono incompatibili con una cavalcata per il titolo. Prendete l’Inter. Nelle diciannove partite giocate ha collezionato sei sconfitte, una zavorra troppo pesante per puntare al vertice (...) Non meno acuto è il malessere del Milan, che dopo la pausa del Mondiale ha ottenuto tra campionato e coppe una sola vittoria, contro la Salernitana e due pareggi contro Roma e Lecce, subendo tre sconfitte contro Lazio, Inter e Torino. Un risultato così magro rispecchia fedelmente il calo di condizione fisica e mentale di alcuni degli uomini più importanti di Pioli (...) La Lazio vista ieri è un’idea concepita nella mente di un tecnico visionario e realizzata nella perfetta applicazione di una squadra istruita a pensare come uno solo. Ma la dominante armonia di Sarri non è una condizione stabile, poiché poggia sulla sagacia tattica del tecnico e sulla classe di alcuni suoi calciatori più ispirati, meno su una rosa capace di assorbire assenze e fatiche senza accusare cali di qualità. Solo il Carnevale di Spalletti ha fin qui dimostrato di avere maschere di ricambio in grado di tenere sempre alto il livello dello spettacolo. Mai, neanche nell’unica sconfitta rimediata contro l’Inter, di rientro dalla pausa qatariota, gli azzurri hanno subito il gioco dell’avversario. Mai hanno smarrito il controllo del centrocampo, dove il Napoli edifica il suo dominio, con una capacità di varianza del gioco che passa tra il palleggio veloce e le verticalizzazioni, senza perdere in offensività. A questo esito concorre la più completa rosa della serie A, costruita dalla dirigenza azzurra con una lungimiranza che merita ammirazione".
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