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(Photo by Getty Images)
Durante il Mondiale in Qatar stiamo vedendo un qualcosa del tutto nuovo. Le partite non terminano più al 90' minuto, ma bensì quasi un quarto d'ora dopo. Tutto ciò è causato dai maxi recuperi che verranno introdotti anche in Serie A alla ripresa. A tal proposito Mario Sconcerti, nel suo editoriale a "La Repubblica" ha analizzato la questione.
Di seguito le sue dichiarazioni:
Si è scelto di arrivare al tempo effettivo, con l’orologio che si ferma a ogni fallo laterale e qualunque altra interruzione. Non c’è più una partita complessiva, ma due situazioni diverse, una quando la palla è in campo e una quando il gioco è fermo. Trasportare la nuova abitudine in campionato temo sarebbe insostenibile. Avremmo il 20% dei gol concentrati in quei minuti, aumenterebbero tensioni e polemiche. Un Mondiale ripara gli effetti grossolani dall’alto della sua autorevolezza e con la fretta del suo calendario. Nei campionati avremmo 380 partite da allungare a discrezione dell’arbitro. Se il calcio deve cambiare in un modo così drastico, è necessario avere nuove regole scritte, condivise. Gli arbitri sono sacerdoti non pensatori, di solito obbediscono alle inclinazioni dei politici. Ma conoscono il gioco e sanno che quanto sta avvenendo è contro ogni natura tecnica dell’evento. Presto forse reagiranno, forse lo stanno già facendo. L’unico lato buono è che se si voleva sperimentare un nuovo modo di gestire le partite, il fallimento è stato evidente.
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