Calcio Napoli 1926
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Sarri e il retroscena sul suo addio al Napoli: stava cercando di pianificare la permanenza

De Laurentiis, il rapporto con Sarri
Lo svela il Mattino

Emanuela Castelli

Maurizio Sarri oggi ritorna nello stadio che lo ha consacrato tra i grandi del calcio. Il suo Napoli era apprezzato da tutta l'Europa. Poi, l'esperienza al Chelsea e quel trasferimento alla Juve, che non è mai andato giù a una buona parte della tifoseria azzurra, memore delle sue tante dichiarazioni sul "palazzo" e sui poteri del calcio durante il triennio a Napoli. Oggi torna nel suo vecchio stadio, carico di emozioni impossibili da dimenticare.

Sarri, il retroscena sul suo addio

Sarri e il retroscena sul suo addio al Napoli: stava cercando di pianificare la permanenza- immagine 2
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A svelarci un particolare sul suo stato d'animo e, soprattutto, sul suo addio al Napoli è oggi il Mattino, ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926: "Il comandante si affaccia con un pizzico di malinconia sul balcone che dà verso lo stadio. Un lungo sospiro e poi via nella sala per la riunione tecnica che tiene a tarda serata con il resto del suo storico staff (Ianni, Nenci, Ranzato e Iosi). La Lazio alloggia lì, nell'hotel che sta a ridosso della Mostra d'Oltremare e che guarda verso la Curva A e la Tribuna Posillipo. Maurizio Sarri è molto meno orso di quello che può sembrare: avrebbe fatto di tutto per regalare lo scudetto al Napoli e a Napoli cinque anni fa. Non si è travestito da capopopolo, lui nei tre anni in azzurro si è proprio sentito il grande condottiero di una città che sognava lo scudetto, che lo bramava, che lo desiderava. Si era immedesimato in quel sogno e non è vero che ha pensato ai 91 punti come traguardo personale. Non ha invidia per Spalletti, però la notte dello scudetto perso in hotel, con l'Inter che viene sconfitta dalla Juventus gli è rimasta addosso, come una dolorosa bruciatura che non è stata mai cancellata né dalla scudetto vinto con la Juventus né dai trofei conquistati al Chelsea. Del suo Napoli non c'è nulla, se non il preparatore Sinatti (con cui però da tempo è calato il gelo) Mario Rui e Zielinski. Ma riabbraccia sempre con piacere Cristiano Giuntoli e in particolare Beppe Pompilio. C'è una piccolo retroscena: quando seppe dell'ingaggio di Ancelotti da parte di De Laurentiis, era a cena proprio con Pompilio, storico braccio destro di Giuntoli, per provare a trovare un'intesa su come andare avanti nel matrimonio burrascoso con De Laurentiis. Acqua passata. Sarà felice, come sempre, di abbracciare Tommaso che, come le altre volte in cui è già stato ospite al Maradona come avversario, gli porterà un caffè".