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Il San Paolo compie 60 anni: la storia dell’impianto di Fuorigrotta

Il San Paolo compie 60 anni: la storia dell’impianto di Fuorigrotta

Il San Paolo è vicino a compiere ben 60 anni: l’impianto di Fuorigrotta è la casa degli azzurri, ma non è stato sempre così. L’edizione de Il Mattino ha evidenziato la storia dello stadio. La storia del San Paolo   La casa del...

Alessandro Silvano Davidde

Il San Paolo è vicino a compiere ben 60 anni: l'impianto di Fuorigrotta è la casa degli azzurri, ma non è stato sempre così. L'edizione de Il Mattino ha evidenziato la storia dello stadio.

La storia del San Paolo

La casa del Napoli era lo stadio Collana, al Vomero. Accogliente però cominciava ad essere inadeguata perché cresceva la passione intorno alla squadra, dunque anche il numero degli spettatori. Si ricorda ancora il Napoli-Juventus del 20 aprile 1958. L'arbitro Concetto Lo Bello ammise cinquemila tifosi a bordocampo, perché non c'erano posti liberi sugli spalti. Era stato già avviato il progetto per la costruzione del nuovo stadio: fu scelto quello di Carlo Cocchia, che ebbe al suo fianco Luigi Corradi e Gerardo Mazziotti. Il plastico venne presentato al sindaco di Napoli e al presidente del Napoli, che all'epoca era la stessa persona: l'armatore Achille Lauro.

La consegna dell'impianto, dopo 7 anni di lavori, avvenne il 2 dicembre 1959. Le chiavi furono messe nelle mani di Attila Sallustro, l'ex bomber paraguaiano (106 gol in 258 partite con la maglia azzurra), nominato direttore. Stadio aperto al calcio quattro giorni dopo, con la partita più sentita dai napoletani, quella contro la Juve. Era un piccolo Napoli: nelle prime 9 giornate di campionato aveva conquistato appena 7 punti. Quello era davvero un giorno speciale. Ottantamila spettatori, 70 milioni di lire di incasso, quell'entusiasmo tramortì i bianconeri, battuti per 2-1 con i gol di Vitali e Vinicio, O Lione che negli anni Settanta avrebbe poi infiammato da allenatore il popolo azzurro, importando il modello olandese.

La bugia argentina

C'è una storia falsa raccontata a proposito della semifinale dei Mondiali del 90, quella del 3 luglio. Maradona aveva invitato il suo popolo a sostenere la Seleccion, però i napoletani non tradirono e tifarono per la Nazionale di Vicini, eliminata per l'uscita sbagliata di Zenga su Caniggia e gli errori dei rigoristi Donadoni e Serena.