MaurizioDeGiovanni, noto scrittore napoletano, ha rilasciato delle dichiarazioni a tema cinema sull'edizione odierna della Gazzetta dello Sport. Argomento principale le caratteristiche del Napoli di Spalletti, principalmente con Osimhen, e lo scontro scudetto contro l'Inter.
rassegna
De Giovanni: “Spalletti è come Sorrentino, esalta il lavoro di ogni… attore”
Le parole di De Giovanni nell'edizione odierna della Gazzetta dello Sport
De Giovanni: "Osimhen attore protagonista, se vince lui vince il Napoli"
Di seguito le parole dello scrittore alla Gazzetta dello Sport:
"Se sarà una serata da Oscar dipenderà dal risultato e, soprattutto, da cosa succederà dopo: tutti aspettiamo una cosa solo dall’Academy, lo scudetto. Intanto, ho già parlato con Paolo Sorrentino perché sono orgoglioso del percorso del suo film: gli ho detto solo una cosa, "scassa tutti".
Poi, sull'attore protagonista del Napoli
"VictorOsimhen, anche perché, se vince lui, vince al 99% anche il Napoli. Ma non merita la statuetta per la capacità realizzativa, ma per l’unicità. Ha caratteristiche che nessun giocatore di Serie A possiede. Sarebbe un attore alla Will Smith per quell’aria scanzonata e allegra, per quella follia perfino un po’ autolesionista che solo i grandi ottimisti hanno".
Sull'attore non protagonista
"Lobotka, uno che non ti aspetteresti, che non vedi, ma senza di lui non si gira il film. È diventato irrinunciabile, cuce come un sarto. La sua è una grande scuola, quella slovacca di Hamsik".
Sul regista
"Beh, LucianoSpalletti in questo caso fa la parte di Sorrentino, è il regista capace di esaltare il lavoro di ogni attore. Diciamo che lui è quasi un maestro del surrealismo e, per questo, lo paragono più ai fratelli Coen per quel suo essere spiazzante. Ha la battuta fulminea, ti prende in contropiede con lunghi discorsi solo apparentemente senza senso".
Sugli effetti speciali
"Nessuno sa tirare fuori il coniglio dal cilindro più di Mertens, napoletano più dei napoletani stessi. Per me è diventato napoletano quasi quanto Insigne".
Sull'Oscar dato a Lorenzo Insigne
"Quello alla carriera per ciò che ha dato in questi anni. La fine del film condizionerà il ricordo ma, comunque finisca, sarà ricordato come uno dei più grandi giocatori napoletani di sempre".
Sulla vittoria di Koulibaly della Coppa d'Africa
"È stato un orgoglio vedere Koulibaly vincere con il suo Senegal la Coppa d’Africa. Il miglior film straniero lo ha diretto lui. Domani si confronterà con il miglior attacco del campionato ma lui guida la migliore difesa...".
Su De Laurentiis
"AurelioDeLaurentiis è un validissimo imprenditore e non è solo il risultato sportivo a guidare la sua gestione societaria. Neanche un eventuale meraviglioso coronamento della sua presidenza con lo scudetto, cambierebbe questo presupposto".
Sui prossimi impegni del Napoli
"La partita con l’Inter è sicuramente decisiva, ma bisogna allargare lo sguardo a tutto il prossimo mese: alla doppia sfida col Barcellona, alla Lazio fuori casa e il 6 marzo, a chiudere il ciclo, al Milan che arriva al Maradona. Vedremo dove saremo, ma la squadra è forte e sta ritrovando tutti i pezzi. Salire in vetta, anche se con una partita in più rispetto all’Inter, aiuterebbe".
Sul suo modo di vivere la sfida con l'Inter
"Non ho nulla contro l’Inter, anzi mi sta simpatica, da sempre. Magari mi stanno meno simpatiche altre squadre a righe... Tra l’altro, non dobbiamo smettere di temere il ritorno della Juventus: ho sempre pensato che sarebbe rientrata tra le prime quattro".
Infine, un'analogia tra il suo libro ed un Napoli campione d'italia
"All’interno di una storia familiare, la matematica è la protagonista del mio libro. Non è mai staccata dai sentimenti perché ha il potere di fotografare gli equilibri, ma soprattutto gli squilibri dentro alle cose. Così la squadra per cui si fa il tifo può diventare quasi una grandezza misurabile. E adesso che sono tramontate le ideologie e forse anche le religioni, il calcio rimane davvero l’ultima grande passione collettiva".
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