Villarejo è solo l’ultimo dei testimoni a spiegare che l’argentino arrivò in clinica a decisione già presa da parte di Luque: «Non ci furono discussioni con i medici che l’avevano visitato precedentemente, non furono eseguiti esami. Diego arrivava da La Plata ed entrò direttamente in sala operatoria». Tre giorni dopo l’operazione ci fu un incontro tra i responsabili della clinica e la famiglia di Diego. Incontro durante il quale il dottor Luque e la psichiatra Agustina Cosachov, altra imputata, confermarono che il motivo principale del soggiorno di Maradona al sanatorio di Ipensa - dove fu ricoverato dopo il malore alla sua festa dei sessant’anni - era per curare i sintomi dell’astinenza ma in un paziente «ingestibile», come Luque lo aveva definito. «Maradona fu per questo motivo sedato per poco più di 24 ore il 5 novembre». Villarejo ha anche aggiunto che Luque aveva vietato l’ingresso ai medici e agli specialisti chiamati dalla famiglia che dovevano valutare il Diez dopo l’intervento. Infine ha concluso la sua deposizione sottolineando lo stupore per la folla presente attorno a Diego durante i nove giorni di ricovero: «Avrebbero potuto portargli hamburger o medicine. E io mi sono sentito una pedina su questa scacchiera dove c’erano un re e una regina». Chiaro il riferimento proprio a Luque e Cosachov".
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