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FLORENCE, ITALY - SEPTEMBER 13: Antonio Conte manager of SSC Napoli reacts during the Serie A match between ACF Fiorentina and SSC Napoli at Artemio Franchi on September 13, 2025 in Florence, Italy. (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)
Il Napoli ha iniziato la stagione in modo straordinario: tre vittorie su tre partite. Un risultato incredibile sopratutto per quanto mostrato in campo dai ragazzi di Conte. Come rivela l'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, si tratta di una partenza storica con il tecnico che supera i suoi predecessori. A seguire un estratto dell'articolo.
"Cose (quasi) mai viste: eppure c’è stato un tempo lontano, in cui con le statistiche si sarebbe potuto fare a pezzi qualsiasi confronto successivo e pure precedente. Ricominciare da tre, ma chi l’avrebbe detto, in maniera così spavalda? Perché racconta il passato, persino quello remoto, che non fu possibile con Diego Armando Maradona (nell’87 e nell’89) e sussurra invece la storia recentissima che sia Luciano Spalletti sia Antonio Conte - poi campioni d’Italia - abbiano dovuto imbattersi in qualcuno, in qualcosa, nei primi 270’ dei loro anni meravigliosi. E invece, stavolta, Antonio Conte ha fatto a modo suo, ha replicato se stesso, quello del 2012- 13, il secondo scudetto in bianconero (Parma, Udinese e Genoa battute in sequenza), è andato oltre quello del 2013-2014, il titolo dei 102 punti, e pure l’Inter del 2020-21, perché mica è semplice partire a razzo: ci è riuscito con la squadra che va in giro a mostrare quel ch’è stato capace di realizzare in nove mesi e lascia legittimamente sognare che altro possa inventarsi. Mai tre su tre, nell’ultimo decennio, l’ha fatto Sarri, nell’anno in cui poi lo scudetto rimane intrappolato a Firenze, in albergo; e il primo Spalletti, che mise i pilastri sul suo capolavoro raccogliendo i cocci del quinto posto e ripartendo: qualificazione in Champions al primo giro e poi il 4 maggio, 33 anni dopo l’ultimo trionfo. E poi è capitato anche un po’ prima, l’anno della internazionalizzazione, quello in cui Rafa Benitez pose la prima pietra per la cosiddetta rivoluzione".
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