Conte e quella fiducia nei suoi ragazzi
—"In fondo, la vera impresa di Antonio Conte non è la paurosa serie di risultati positive che ha portato gli azzurri al primo posto, ma il recupero di uno spogliatoio che sembrava sfiatato, adagiato su quanto aveva fatto e convinto di non poter fare meglio. «Io ve l'avevo detto che eravate forti», ripete il mago leccese. In quelle settimane fatali, quella dopo Verona, ma anche dopo il ko con la Lazio e a Como, Conte ha saputo riprendere la squadra dalla parte della testa, molto aiutato proprio dalla vecchia guardia. E ha mantenuto un ammirevole equilibrio nervoso. E questo ha salvato la stagione rendendola storica: aggettivo abusato, ma stavolta si può. E ci sono tutti loro a guidare il gruppo: sapendo che Spinazzola ha vinto un Europeo, Lukaku ha una sfilza di trofei conquistati, McTominay e Gilmour sono cresciuti nei campi di battaglia della Premier e Neres con Ajax e Benfica ha vinto tanto. Eccome. La vecchia guardia ha messo insieme centinaia di partite insieme, da Spalletti a Conte, passando per Garcia, Mazzarri e Calzona".
Da Spalletti a Conte, la vecchia guardia cerca il bis
—"Si sono adattati. Sono passati dal gioco di Spalletti a quello di Conte. Come soldati fedeli al loro condottiero. Con Conte hanno imparato che conta vincere, di corto o lungo muso non importa, senza dimenticare che il calcio è semplice: due squadre, un pallone da buttare in porta e un tecnico che sa interpretare e adattare le loro caratteristiche, facendone un blocco. Per Lucianone c'era il gioco al centro di ogni cosa. L'ossessione alla bellezza. Con Spalletti era 4-3-3 dal primo all'ultimo secondo. Con Conte il gruppo ha imparato a cambiare modulo all'occorrenza, per necessità e scelta, e sempre con una formidabile resa: merito dei draghi là dietro, Rrhamani e Di Lorenzo, i più storici nello storico spogliatoio. Nessun organo del corpo azzurro è stato trascurato: testa, piedi, nervi, muscoli, polmoni. La vecchia guardia si è saputa adeguare, con Buongiorno al posto di Kim, McTominay di Zielinski e quel tridente che spesso diventa un attacco a due bocche. Il Napoli è ancora padrone del suo campionato, ma da dieci mesi lo è di nuovo di se stesso. Ma quel che conta è che ora quelli della vecchia guardia vogliono essere padroni, con bravura, pazienza e fortuna, anche dei destini della notte più importante. Quella di Parma."
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