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Gabriele Oriali nella sua carriera da calciatore si è tolto grandi soddisfazioni dimostrando le sue qualità e la sua propensione al sacrificio. Poi ha iniziato la sua carriera da dirigente e anche a Napoli ha seguito Conte incontrato in Nazionale nel 2014 e con cui ha condiviso diversi momenti importanti. Sabato sfiderà l'Inter per il sogno scudetto, e come sottolinea l'edizione odierna de Il Mattino, per lui sarà una gara del cuore. A seguire un estratto dell'articolo.
"L’Inter non è una gara come le altre, in fondo non può esserlo: la maglia nerazzurra l’ha avuta sempre dentro e addosso ma dal 2014, quando Tavecchio lo ha voluto come team manager dell’Italia, l'ha indossato l’azzurro. Oriali colleziona, da calciatore, 28 presenze con l’Italia tra il 1978 e il 1983. Interista nell’anima, anche se poi chiuderà la carriera nella Fiorentina, ma 277 partite e 13 anni in nerazzurro sono qualcosa. Due scudetti e due Coppe Italia. Pensate: il Napoli, con 7 gol fatti, è la squadra a cui ha segnato di più nella sua carriera. Nel 1999, diventa dirigente dell’Inter, vicinissimo a Facchetti. Dà una mano a Mancini, poi a Mourinho: la sua esultanza al Camp Nou insieme a Mourinho, dopo una semifinale di Champions, è leggendaria. Ma una vita da mediano gli ha insegnato ad attendere il momento giusto: anni di fatiche e di botte, e vinci casomai i Mondiali. Sabato rivede la sua gioventù: cresciuto come giocatore nelle giovanili dell'Inter e poi divenuto perno della prima squadra dal 1970 al 1983".
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