David Neres è planato sul pianeta Napoli ad agosto e già al suo debutto in azzurro le speranze intorno a lui sono diventate realtà con quell'assist per Simeone che ha fatto capire a tutti le sue qualità. Conte, però, prima di lanciarlo definitivamente ha aspettato la sua crescita e a Udine lo scorso dicembre complice l'infortunio di Kvaratskhelia il brasiliano si è preso definitivamente la scena. Ora, come sottolinea l'edizione odierna de Il Corriere dello Sport, proprio contro l'Udinese deve dare ulteriori conferme. A seguire un estratto dell'articolo.
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Da Udine all’Udinese, due mesi della favola Neres: ora è lui la certezza del Napoli
Neres è la nuova certezza del Napoli
—"La nuova certezza si chiama Neres che domenica sera al Maradona ritroverà l'Udinese poche settimane dopo la partita della svolta: è l'effetto calendario asimmetrico che avvicina gli appuntamenti e fa ritrovare le stesse squadre anche a distanza di poche giornate. Neres, alla vigilia della sfida d'andata, era ancora l'alternativa di lusso in attacco, entrava nel finale, spesso le decideva, poi tornava ad accomodarsi in panchina. Proprio a Udine ha vissuto la notte della consacrazione. Non solo non ha fatto rimpiangere Kvara, ma ha generato il sospetto che quella squadra, già forte, potesse anche farcela senza il georgiano, che intanto - come poi svelato dal suo entourage e confermato dal ds Manna mercoledì in conferenza - trattava da mesi il suo trasferimento a Parigi".
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A Udine è nato il Napoli di Neres
—"A Udine è nato il Napoli di Neres, ovvero una squadra ancora più imprevedibile e verticale, alimentata dalle serpentine del brasiliano, dai dribbling improvvisi, dal suo calcio elettrizzante fatto di apparenti pause e poi sprint, accelerazioni decisive. Da quella partita ne sono trascorse otto in totale e Neres le ha giocate tutte: sempre in campo dal primo minuto per un totale di tre assist, una rete più, ovviamente, il famoso autogol di Giannetti che fu antipasto del nuovo corso. Arrivò dopo un assolo da sinistra, un colpo di fulmine, un paio di sterzate decisive fino al tiro deviato nella sua porta dall'argentino. E poi, dopo, lo show del Franchi con gol partendo da destra, quando il futuro di Kvara cominciava a destare qualche sospetto, fino all'assist decisivo per Anguissa a Genova, gli spunti vincenti per Raspadori col Venezia e Politano a Bergamo".
Il brasiliano cresciuto sotto l'ala di Conte
—"Neres è entrato in sintonia coi compagni e con la squadra, ha offerto al Napoli soluzioni alternative, nuove praterie da attraversare in modo inedito. Il brasiliano lega meno il gioco rispetto a KK, ma è più diretto nell'approccio al pericolo, nei duelli individuali, nella ricerca anche del fondo per il cross oltre che della porta accentrandosi. Segna ancora poco, appena due reti, la prima e ultima al Maradona il 4 ottobre contro il Como. Si rifarà. Intanto offre il suo apporto all'attacco in modo alternativo. Conte lo ha aspettato, nei mesi della panchina e del ruolo di dodicesimo gli ha spiegato l'importanza della fase difensiva, del sacrificio, il famoso concetto del "noi" con cui ha diffuso quel senso di generosità oggi alla base dei successi del Napoli. Poi, ovvio, servono le scintille. Neres sa già come si fa".
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